Uno dei musei a cielo aperto che la storia ci ha regalato è rappresentato dalla città di Pompei vecchia, riemersa dalla lava del Vesuvio esattamente com’era, a mo’ di fermo immagine, in epoca romana. Nelle scorse ore, all’interno dei suoi scavi, è stato segnalato un atto vandalico piuttosto grave, consistente nell’avvenuto sfregio ai danni del quadretto di Bacco e Arianna.
Ormai da tempo, sono attive nello Stivale le “domeniche gratis”, grazie alle quali moltissime persone possono visitare, gratuitamente, alla prima domenica del mese, siti di interesse storico e culturale: l’inconveniente di questa pregevole iniziativa, come sottolinea anche la guida turistica Annamaria Durante, è che consente anche a folti gruppi di persone di aggirarsi – senza alcuna forma di rispetto o controllo – in domus vecchie di 2000 anni fa, compiendo – volenti o nolenti – danni agli affreschi ivi presenti.
Tale assunto, ovvero che più persone visitano gli scavi archeologici della città di Pompei, più sale il rischio che possano esservi dei danneggiamenti, aveva già trovato conferma sul finire dello scorso anno, quando trapelò la notizia di un altro atto vandalico, sempre nella zona degli scavi, ove una fontana fresca di restauro era stata oltraggiata con del succo di melograno.
A quanto pare, ci risiamo. A pochi giorni dalla prima “domenica gratis” del 2018, Pompei è stata oggetto di un nuovo sfregio. Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, 10 Gennaio, un custode ha segnalato un problema in un’antica domus (la Casa dei Vettii) nella Regio IX, insula 5, 14-16, a seguito del quale i tecnici del parco archeologico, diretto dal dottor Massimo Osanna, hanno ravvisato un danno di 10 centimetri all’affresco murario che raffigura il romantico mito greco di Bacco (gaudente Dio del vino) e Arianna (la figlia di Minosse, piantata in asso da Teseo dopo l’affaire “Minotauro”).
La direttrice degli scavi, Grete Stefani, ha già presentato denuncia ai carabinieri del presidio interno alla zona archeologica, ed ora la speranza è che i responsabili di quello che – per Osanna – è un’aggressione al patrimonio culturale dell’Italia vengano presto identificati ed assicurati alla giustizia. Nel frattempo, sono già state avviate le procedure di recupero e restauro del prezioso manufatto di epoca romana.