"Rabbit", l’opera d’arte di un artista vivente più costosa della storia

“Rabbit”, il celebre coniglio realizzato nel 1986 dall'artista statunitense Jeff Koons, è l’opera d’arte di un artista vivente più costosa della storia. Il 16 maggio 2019 la casa d’aste britannica Christie’s l'ha battuta per una cifra da record.

"Rabbit", l’opera d’arte di un artista vivente più costosa della storia

Rabbit“, il coniglio realizzato nel 1986 dallo statunitense Jeff Koons, è una scultura alta 91,4 centimetri, realizzata con un calco in acciaio inossidabile, carica dei significati e delle contraddizioni proprie della società contemporanea. I critici hanno definito il coniglio di Koons “carino e imponente, divertente e frivolo, esuberante e perfetto, leggero e pesante, duro e morbido, vacuo, monouso e immortale“. L’opera è, infatti, considerata un concentrato di contraddizioni intrinseche, divenute la sua natura ed essenza peculiari, la sua versatilità ed universalità in una società in continua e rapida trasformazione, a sua volta fortemente contraddittoria.

Faceva parte della collezione dell’editore di Conde Nast, S.I. Newhouse. L’asta è partita da 50 milioni e ad aggiudicarsi la famosa scultura è stato il gallerista Robert Mnuchin, padre del ministro del Tesoro statunitense Steven Mnuchin. A distanza di 33 anni dalla sua creazione, “Rabbit” ha dunque regalato un nuovo record al suo ideatore, restituendogli lo scettro di artista vivente più caro mai pagato in asta, grazie alla stratosferica cifra di 91,1 milioni di dollari, cifra alla quale è stato venduto il suo “Rabbit” dalla casa d’aste Christie’s.

Nel novembre 2013 l’opera di Koons “Balloon Dog (Orange)” è stata venduta da Christie’s per 58,4 milioni di dollari, diventando l’opera d’arte più costosa del mondo realizzata da un artista vivente. Lo scettro gli venne sottratto esattamente 5 anni dopo, dall’artista inglese David Hockney, il cui dipinto “Portrait of an artist (pool with two figures)”, venduto da Christie’s a New York, raggiunse la cifra di 90.312.500 dollari.

“Rabbit” venne presentato per la prima volta nel 1986, alla galleria Ileana Sonnabend di New York. Roberta Smith, la critica d’arte del New York Times, lo descrisse come “un coniglio oversize con carota fatto in plastica gonfiabile”. Venne invece descritto come una “pietra miliare” dal celebre direttore di museo Kirk Varnedoe, il quale rimase esterrefatto quando lo vide per la prima volta esposto alla Sonnabend. Per gli esperti di Christie’s, invece, “Rabbit è luccicante come alcuni lussuosi idoli futuristici, ma è anche uno specchio per il pubblico: in lui si rispecchia chi lo osserva, inglobandolo nello spettacolo sempre mutevole che va di scena sulla sua superficie. Siamo tutti abbracciati da questo totem“.

Il “Rabbit” di Koons, che ha tutto l’aspetto di un palloncino gonfiato al quale è stata data la forma di un coniglietto, è ormai diventata una creazione vigorosamente riconoscibile, riprodotta innumerevoli volte su copertine di libri, riviste e cataloghi di mostre in ogni angolo del pianeta. Il suo coniglio senza volto è diventato, col tempo, un concentrato di riferimenti ad altre rappresentazioni artistiche, tra cui Disney, Playboy, la Pasqua, l’infanzia, Lewis Carroll, i ready-made di Duchamp, i Silver Clouds di Andy Warhol, pur rimanendo unico nel suo genere, impassibile e distaccato nella sua apparenza, un po’ tutti e un po’ nessuno allo stesso tempo.

“Rabbit” è diventato la scultura più rappresentativa della serie di Koons denominata “Statuary“, della quale fa parte anche il noto busto di Luigi XIV, e rientra nel periodo creativo in cui il suo ideatore ha realizzato numerose opere considerate kitsch, che riproducono oggetti comuni, quali giocattoli e soprammobili. L’artista ha scelto, per la realizzazione della sua opera, l’acciaio, un materiale che incarna i principi di efficienza e durevolezza, un materiale povero simile ai materiali ricchi, come l’argento. La scultura è stata creata nel 1986 in tre esemplari: quella venduta all’asta da Christie’s, che non è più stata presentata al pubblico dal 1988, proviene dalla Collezione di S.I Newhouse; un secondo esemplare è conservato alla Broad Foundation di Los Angeles e il terzo è stato promesso al Museo di Arte contemporanea di Chicago dai suoi attuali proprietari, Stefan T. Edlis e H. Gael Neeson.

Jeff Koons, artista 64enne nato a York il 21 gennaio 1955 è considerato, a seconda dei contesti, il re dell’arte kitsch o l’icona dello stile neo-pop. Attraverso la sua arte, l’artista statunitense illustra in maniera ironica l’american way of life e la sua tendenza al consumismo. Oltre ad essere uno degli artisti più ricchi al mondo, è noto anche per essere stato, tra il 1991 e il 1992, il marito della pornostar Ilona Staller, in arte Cicciolina, dalla quale ebbe un figlio. Nel corso della sua carriera Koons ha sperimentato un’ampia gamma di tecniche, tra cui pittura, scultura, fotografia e installazioni, e si è cimentato con l’utilizzo di materiali di diverso tipo, quali plastica, marmo, metalli, porcellana, pigmenti e gonfiabili. L’artista viene generalmente considerato da alcuni come l’erede di Andy Warhol e il continuatore della pop art, mentre da altri viene associato a Marcel Duchamp e alla sua tecnica del ready-made.

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