Parigi omaggia Michael Jackson con una mostra

Ha aperto lo scorso 23 novembre a Parigi la mostra "On the wall" dedicata al Re del Pop. Visitabile fino al 14 febbraio 2019, l'esposizione rende omaggio al personaggio culturale più rappresentato al mondo dagli artisti suoi contemporanei più celebri.

Parigi omaggia Michael Jackson con una mostra

La mostra dedicata a Michael Jackson, il celeberrimo King of Pop, ha aperto i battenti lo scorso 23 novembre al Grand Palais di Parigi e sarà visitabile fino al 14 febbraio 2019. Il titolo dell’esposizione, “On the Wall“, richiama direttamente il primo album da solista del cantante, quello che ha dato il via alla sua sfolgorante carriera, ovvero “Off the wall“, del 1979. La mostra arriva nella capitale francese dopo l’esordio della scorsa estate alla National Portrait Gallery di Londra, che l’ha ideata con l’intento di omaggiare il personaggio culturale più rappresentato al mondo dagli artisti suoi contemporanei più celebri. 120 opere, tra dipinti, sculture, foto, video e performance, realizzate da circa 40 grandi artisti, ruotano attorno al mito del cantante e ballerino ed esplorano l’immenso impatto artistico del protagonista, che si muoveva perfettamente a suo agio fra la musica, la danza, i videoclip e la moda.

L’esposizione vuole raccontare Jacko sotto diversi aspetti: quello del video musicale, che è stato completamente rivoluzionato dai suoi videoclip più celebri, a partire da “Thriller”, quello della moda, indiscutibilmente segnata dal suo stile e in ultimo, ma non per questo meno importante, quello dell’arte, che l’ha preso come “modello” in senso figurato e non. Un evento, quello rappresentato dalla mostra, che abbraccia diverse forme d’arte e non si limita a ricordare Michael Jackson con semplice nostalgia, ma ne sottolinea il potere comunicativo anche dopo la scomparsa. Un omaggio che arriva in occasione dei 60 anni dalla nascita dell’artista, anniversario celebrato lo scorso 29 agosto, e a quasi 10 anni dalla sua morte, avvenuta il 25 giugno 2009. “On the wall” omaggia dunque una delle celebrità più influenti del XX secolo, mettendo in luce l’influenza culturale della personalità e dell’opera di Michael Jackson sull’arte contemporanea dagli anni Ottanta ai giorni nostri. La mostra, dopo Parigi, sarà presentata al Bundeskunsthalle di Bonn, in Germania, fino al prossimo luglio, poi al Museo d’arte moderna di Espoo, in Finlandia, fino al gennaio 2020.

The King of Pop, l’icona di un mito

Un successo globale, un cantante che ha fatto la Storia, un’ispirazione per una moltitudine di artisti, ieri come oggi. Negli anni Ottanta, periodo in cui la sua fama ha toccato l’apice, ha scosso il panorama musicale ottenendo un successo planetario e una fama che perdurano ancora oggi, a quasi dieci anni dalla sua scomparsa. Una storia artistica e personale unica quella di Michael Jackson, fatta di talento e contraddizioni, che lo ha trasformato in un’icona indiscutibile, nel bene e nel male. Il suo modo di ballare, mai visto prima; il suo stile, unico e impareggiabile; la sua anima, tormentata e controversa; la sua vita privata, discussa e giudicata; tutti elementi che l’hanno reso un mito.

Tutti conoscono almeno una canzone di Jackson e in ogni parte del mondo il suo nome rievoca non solo un genere musicale, il pop, di cui è stato definito il Re, ma anche un lasso di tempo ben preciso, ovvero gli anni Ottanta, quelli del suo exploit, del suo apogeo. Una figura che ha influenzato non solo la musica dell’epoca e quella a venire, ma anche altre forme d’arte che ne hanno tratto ispirazione. Dalle suggestioni di diversi artisti e dalle opere che ne sono scaturite, è nata questa mostra, la quale rappresenta una celebrazione del cantante che forse più di tutti gli altri ha segnato un’epoca e racconta il suo mito attraverso le opere d’arte di diversi artisti internazionali che sono stati influenzati dalla sua musica. La sua poliedrica capacità di attrarre infatti non risparmiò gli artisti del suo tempo.

Il percorso espositivo

Alcune delle opere esposte provengono da collezioni pubbliche e private, mentre altre sono state create appositamente per l’occasione. Lo scopo è quello di creare un percorso di conoscenza di questo grande artista attraverso differenti forme espressive, attraverso l’arte creata per lui, pensando a lui, ispirandosi a lui. Andy Warhol, che nel ritrarre gli artisti simbolo era il campione, fu uno dei primi ad essere affascinato dalla star-bambino diventata fenomeno planetario. Il primo incontro tra i due artisti avvenne nel 1977, subito dopo “The Wiz“, il film ispirato a “Il mago di Oz”, in cui Jackson interpretava lo spaventapasseri. Al Grand Palais sono molte le foto che ritraggono il loro sodalizio. Nel 1982 Warhol fu il primo famoso artista ad immortalare l’immagine del cantante americano, ritratto poi apparso sulla copertina di Time Magazine nel marzo del 1984.

All’interno della mostra sono esposte altre opere memorabili, come quella del noto fotografo delle star americane, David LaChapelle, la quale fu ispirata dal video della famosa hit di Jacko “Billie Jean”, un’immagine storica del cantante che cammina su lastre che si illuminano al suo passaggio. Più recente, invece, il trittico di LaChapelle che presenta il cantante come martire dei tempi moderni, combinando diversi scatti di grandi dimensioni con l’iconografia religiosa, opera realizzata in seguito alla morte di Jackson. Degna di nota anche l’opera del pittore americano Kehinde Wiley, che immortalò Jackson come un monarca a cavallo con tanto di armatura decorata, opera ispirata al ritratto equestre di Filippo II, dipinto da Rubens nel 1628.

Fra le opere più originali, è esposta anche quella di Lorraine O’Grady, che ha pensato di accostare il destino del re del pop al drammatico percorso di Charles Baudelaire. Il creatore del celeberrimo passo del “moonwalk” ha ispirato anche il pittore cinese Yan Pei-Ming, che ha realizzato un suo ritratto monumentale in bianco e nero dalle misure di 2 metri quadrati, ritraendolo in un’espressione intensa. “The Other Look” è il titolo dell’opera realizzata da Isaac Julien, un originale collage che parte dallo storico video di “Thriller” per indagare la natura afroamericana del cantante, il suo essere un uomo di colore in una società che ha sempre sofferto del divario esistente fra neri e bianchi; un tema profondo e controverso della vita di Michael Jackson, che lo segnò per tutta la sua carriera.

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