"Mutina splendidissima", una mostra per rappresentare 2200 anni di storia

Fino all'8 aprile al Foro Boario di Modena sarà aperta la mostra “Mutina Splendidissima”, dove verrà riprodotta la realtà sepolta della Mutina che si trova sotto il centro storico della città emiliana.

"Mutina splendidissima", una mostra per rappresentare 2200 anni di storia

Al Foro Boario di Modena fino all’8 aprile 2018 è in programma la mostra “Mutina Splendidissima“. Questo evento è stato curatp dai Musei Civici di Modena, la Soprintendenza di Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Bologna. I reperti custoditi dai depositi delle alluvioni, sono stati trovati sotto le strade del centro storico durante gli scavi. Con questa mostra si è voluto far conoscere la più importante eredità, di una delle più importanti colonie romane dell’Italia settentrionale.

“Mutina splendidissima” è stata definita da Cicerone “firmissima et splendidissima“, 2200 anni di storia racchiusi tra quattro mura. La prima parte della mostra è dedicata a Parma nel 183 a.C., l’unica colonia romane del nord Italia. In questo spazio emerge la storia della Repubblica, prima, e dell’Impero poi. Ha come scopo di far conoscere il ruolo storico e socio-economico avuti grazie ad alcuni aspetti: storici, epigrafici e archeologici con dati geologici, paleobotanici e archeometrici.

La seconda parte della mostra racconta il passato della città e la sua identità culturale, artistica in alcuni periodi. Nel 1099 in pieno periodo del Rinascimento, è stato costruito il Duomo romanico da Lanfranco, Wiligelmo e dai maestri Campionesi. L’opera della sala del Fuoco fatta da Nicolò dell’Abate, esprime la volontà del governo di avere autorità attraverso le sue origini romane. L’evoluzione della storia che si consuma tra il  XIV e XVII secolo, viene documentata attraverso atti di Lancillotto e Spaccini.

Nella terza e ultima parte viene prodotto un interesse scientifico per l’antichità, collega la nascita del Museo Civico e lo stile romano nella prima parte del Novecento. In questo spazio ci sono scavi archeologici riguardanti la mostra augustea del 1937, realizzazione di opere e monumenti pubblici. Nella seconda parte del Novecento viene messo in risalto la ricerca e lo studio sulla città romana sepolta, impostata a Modena come “carta del rischio” come esempio per la nazione.

In questo luogo ci sono anche reperti e opere d’arte, provenienti da altri musei italiani, affiancati a ricostruzioni virtuali dei principali monumenti di Modena (le mura, il foro, l’anfiteatro, le terme, una domus). Vi è uno spazio dedicate agli oggetti particolari prodotti da Modena: lucerne e laterizi, vino, le lane più pregiate e ricercate, ricordate ancora nell’Editto dei prezzi, nel III secolo d.C.

In questa mostra c’è anche esposto il tema del declino che inizia tra il Sei e Settecento tra collezioni, antichità e nascita della tradizione erudita legata al nome di Muratori. Quest’ultimo culmina nel primo Ottocento con la costruzione del Museo Lapidario Estense. In questo secolo nasce il Museo Civico grazie alla cultura scientifica sperimentale. Ci sono anche i diversi approcci per recuperare la città sepolta fino al 900 con la creazione di una corrente politica che tutela e valorizza il territorio.

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