Un viaggio culturale nel complesso universo femminile di figlie, mogli, sorelle di pittori e donne religiose vissute tra ‘500 e ‘600, figure intraprendenti che superano il ruolo imposto dalla società maschilista del tempo, sino a raggiungere il successo presso le grandi corti internazionali, affermandosi, realizzandosi e trasformandosi in vere e proprie imprenditrici di se stesse.
Tra le eroine domina la celebre Artemisia Gentileschi, figlia d’arte, audace nel denunciare per stupro il proprio maestro di disegno, capace di affrontare il processo e di sopportare la tortura fisica della sibilla, icona di femminismo e di lotta contro l’autorità del potere virile, in mostra con le sue violente tele come Giuditta e Oloferne del 1620 e Susanna e i Vecchioni del 1610.
Interessante anche la figura di Sofonisba Anguissola di Cremona che visse alla corte di Filippo II a Madrid, moglie del nobile Fabrizio Moncada e successivamente di Orazio Lomellini, in mostra con la Partita a scacchi del 1555 e la Pala della Madonna dell’Itria del 1578. Singolare la figura di Lavinia Fontana di Bologna, figlia d’arte e moglie del pittore imolese Giovan Paolo Zappi, relegato al ruolo di assistente, e in mostra con l’Autoritratto nello studio del 1579, la Consacrazione alla Vergine del 1599, e alcuni dipinti di soggetto mitologico di rara sensualità.
E ancora la figura Elisabetta Sirani di Bologna, figlia d’arte, in mostra con potenti tele in cui è raffigurata la ribellione di fronte alla violenza dell’uomo, come in Porzia che si ferisce alla coscia del 1664 e in Timoclea che uccide il capitano di Alessandro Magno del 1659. Inoltre troviamo la figura di Ginevra Cantofoli, sospettata della morte della Sirani, in mostra con la Giovane donna in vesti orientali della seconda metà del XVII, e la figura di Fede Galizia, figlia d’arte, in mostra con l’iconica Giuditta con la testa di Oloferne del 1596, e infine la figura di Giovanna Garzoni, protetta dal vicerè spagnolo e accolta alla corte dei Savoia, in mostra con rare e preziose pergamene e miniature.
Ma accanto alle artiste più note vi sono anche quelle meno conosciute dal grande pubblico; come la nobile romana Claudia del Bufalo, come Sofonisba Anguissola, nobile monaca domenicana, in mostra con la Pala della Madonna dell’Itria del 1578, la pala di Rosalia Novelli Madonna Immacolata e San Francesco Borgia del 1663, e come Lucrezia Quistelli, moglie del conte Clemente Pietra, in mostra con la tela Matrimonio mistico di Santa Caterina del 1576.
La mostra “Le Signore dell’Arte”, fruibile fino al 25 luglio, è stata promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, realizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, con il sostegno di Fondazione Bracco, sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, con opere che provengono dalle gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Musée des Beaux Arts di Marsiglia, e il Muzeum Narodowe di Poznan.