Giorgio De Chirico, conosciuto anche come Pictor Optimus, termine usato per definire nel modo migliore possibile la sua tecnica di pittore che ricorda i maestri del Rinascimento, oltre che per aver interpretato il classicismo in modo originale, è in mostra al Palazzo Ducale di Genova, in un’esposizione che ospita 100 opere realizzate nel corso della sua carriera.
L’esposizione che ha come titolo “Giorgio De Chirico. Il volto della metafisica“ è in allestimento dal 30 marzo sino al 7 luglio 2019, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19.30. La mostra è allestita presso Palazzo Ducale, a Genova, nelle sale del Doge. La curatrice della mostra, ovvero Victoria Noel-Johnson, spiega con le seguenti parole il significato della mostra: “L’esposizione intende promuovere l’interpretazione di una metafisica continua, laddove l’intero corpus dechirichiano, nonostante le variazioni di stile, tecnica, soggetto, composizione e tonalità di colore, è da considerarsi metafisico”.
Una mostra che è divisa per tematiche, a cominciare dalla prima sezione che racconta il tema del viaggio e del ritorno con una serie di opere quali “L’ebreo errante”, del 1917, “Ulisse (Autoritratto)”, del 1922, “Ritorno di Ulisse”, del 1968, “Il figliuol prodigo” del 1974 e del 1975. Altre tematiche riguardano il mondo metafisico, quello a lui più vicino, oltre ai panorami urbani con piazze e torri, sino ai bagni misteriosi raccontati attraverso delle illustrazioni.
I suoi quadri sono contraddistinti da figure, come i trovatori-manichini, oltre ai personaggi della mitologia come Diana, Ettore, Andromaca, le muse inquietanti e gli archeologi. Altre tematiche riguardano gli interni metafisici, come il suo soggiorno a Ferrara durante la Prima Guerra Mondiale, i templi, le costruzioni architettoniche e geometriche.
L’ultima sezione della mostra si chiude con “La metafisica incontra la tradizione“, con alcuni ritratti tipici del ‘400 e del ‘500, oltre agli autoritratti di De Chirico in abiti del Seicento, con omaggio alle opere di Rubens e Velàzquez. Inoltre, vi sono anche interpretazioni e rivisitazioni dei grandi maestri, quali Durer, Renoir, sino ad arrivare a “La gravida” da Raffaello e “Testa di fanciullo” da Perugino. Le opere provengono dalle gallerie di Roma e Firenze, oltre che da collezioni private. Oltre alla mostra, è possibile trovare anche un catalogo Skira con tantissimi testi, opere e informazioni sull’artista.