Addio all’artista Fernando Botero

Le sue opere rappresentative, delineate da corpi voluminosi, sono famose in tutto il mondo; era l'artista colombiano più famoso di tutti i tempi, è scomparso nel Principato di Monaco.

Addio all’artista Fernando Botero

Addio al genio indiscusso Fernando Botero, l’artista colombiano celeberrimo per le sue opere con corpi voluminosi, se ne è andato a causa di una sospetta polmonite da cui soffriva da tempo. Dietro le sue opere il significato ancestrale della positività nell’arte al richiamo del florido. Nelle sue opere troviamo l’astrazione, il distacco dalla realtà, quei corpi infatti guardano persi nel vuoto quasi a non trovare se stessi.

Come molti grandi artisti ha seguito un proprio filone artistico e lo ha perseguito tutta la vita. Da bambino subisce il fascino dell’architettura barocca e delle illustrazioni della Divina Commedia di Dante Alighieri. Si interessa subito all’arte e dipinge ritratti di Medellin dove vive; a 6 anni già disegnava per il più importante quotidiano nazionale ed esponeva quadri nella sua città natale.

A Parigi medita sull’arte d’avanguardia francese e decide di interessarsi agli antichi pittori. Giunge infine in Italia, dove entra in contatto con le maggiori opere del Rinascimento italiano. Incompreso dall’ambiente colombiano, Botero si trasferisce in Messico, dove scopre per la prima volta le possibilità di espandere e dilatare il volume delle forme in modo personale.

Lavora a New York, in Italia, a Bogotà, ma vive lì in condizioni economiche precarie e si trasferisce per un periodo a Parigi. In Messico scoprirà l’espressionismo astratto, che lo porterà alla dilatazione delle forme. Negli anni Sessanta si trasferisce in Toscana, a Pietrasanta, per tutta la vita.

Nelle sue opere aspirava alla perfezione, impossibile da raggiungere, perciò i suoi soggetti non hanno un risvolto psicologico. Le sue opere più importanti sono figure immobili, statuarie, per lo più serene nella loro fermezza. Famosa l’opera “Adamo ed Eva“, che si trova in una collezione privata e “Monnalisa”; inoltre “La morte di Pablo Escobar”, “The dancers” “Federico da Montefeltro” e “Colombiana”. Una grande perdita per l’arte e per noi.

 

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