Dopo il calcio, la Formula 1, la Motogp e il basket, anche il ciclismo deve fare i conti con l’attuale emergenza sanitaria per la diffusione del COVID-19. A seguito della diffusione del coronavirus in mezza Europa, il Governo ungherese ha decretato lo stato di emergenza vietando tutte le manifestazioni che prevedono afflusso di pubblico. Ne fa le spese anche il Giro d’Italia, che sarebbe dovuto partire il prossimo 9 maggio da Budapest.
La comunicazione ufficiale è arrivata direttamente dall’organizzazione della corsa rosa, Rcs Sport, che per il momento non ha ancora ipotizzato una nuova data per la partenza del Giro d’Italia. È stato il comitato organizzatore delle tappe ungheresi a dichiarare l’impossibilità ad ospitare la partenza del Giro, nelle date programmate, rendendosi comunque disponibile a trovare un’altra collocazione temporale.
La nuova programmazione della corsa rosa non avverrà prima del 3 aprile, data in cui termineranno, salvo nuovi sviluppi, le misure di contenimento disposte dal Governo italiano.
L’Ungheria dovrebbe ospitare le prime tre tappe dell’edizione numero 103 della corsa rosa: il crono prologo di 8,6 km sul circuito cittadino di Budapest, la Budapest – Győr di 195 km e la Székesfehérvár – Nagykanizsa di 204 km. Successivamente la carovana rosa si trasferirà in Sicilia per la quarta tappa Monreale – Agrigento.
Dopo l’annullamento della Tirreno – Adriatico, della Milano – Sanremo e del Giro di Sicilia, per i quali: si attende l’evolversi degli eventi per poter chiedere all’UCI una ricollocazione in un altro periodo dell’anno, gli appassionati delle due ruote tremano al pensiero che anche la corsa rosa possa saltare. Un’evenienza già verificatasi in concomitanza con due eventi di portata storica: le due guerre mondiali. Il Giro, infatti, si fermo per quattro anni, dal 1915 al 1918 a causa della Prima guerra mondiale, e per cinque anni, dal 1941 al 1945 a causa della Seconda guerra mondiale.