Le bugie sui social network rischiano di alterare la memoria

Attenzione alle bugie sui social network. I post su Facebook ed i tweet falsi o manipolati rischiano di compromettere la nostra memoria e di confondere la vita cibernetica con quella reale. L'allarme parte da uno studio del Regno Unito che mostra dati veramente preoccupanti

Le bugie sui social network rischiano di alterare la memoria

E’ proprio vero che i social network hanno indotto le persone a vivere un sorta di vita parallela a quella reale. Talvolta, infatti, si cerca di costruire sul web un’immagine nuova, una identità che rappresenti i propri desideri o che rivesta un ruolo alternativo per vivere con più leggerezza la vita presente.

Secondo alcuni studi basati sull’uso dei principali social network a livello mondiale, la maggior parte degli utenti non riporta i fatti tal quali ma tenta in ogni modo di renderli più interessanti, abbellendo la propria realtà che altrimenti potrebbe risultare noiosa e priva di attenzione dei propri amici, seguaci o followers. Camuffare la realtà sembra sia diventata una vera e propria abitudine, tanto che il cervello umano sta sviluppando una sorta di amnesia digitale, una patologia legata ad un processo di negazione del fatto reale a favore dell’evento manipolato: ci si convince cioè che le cose siano andate esattamente come il racconto fatto sul web, su Twitter o su Facebook.

In realtà, complici di questa manipolazione della realtà anche i vari social network fotografici, fra cui spicca senza alcun dubbio Instagram, che permette di manipolare e modificare a proprio piacimento le foto di una realtà spesso non troppo bella in veri e propri capolavori.

L’allarme a questa preoccupante abitudine è stata lanciata dal quotidiano britannico Daily Mail, dove è stato pubblicato lo studio dello psicologo Richard Sherry, che ha analizzato i dati di un sondaggio che ha riguardato i cittadini del Regno unito a cura del sito di social Networking Pencourage. I risultati hanno evidenziato che ben il 68% degli utenti amplifica le notizie personali o addirittura mente quando pubblica un post sui social network e documenta la propria esistenza online. Tale fenomeno sembra essere particolarmente accentuato nelle classi più giovani, forse per paura di apparire altrimenti noiosi ma scatenando un pericoloso meccanismo che genera nuova insicurezza sull’insicurezza già esistente.

“Sui social network tendiamo spesso ad avere un’identità costruita in modo ideale, un po’ come noi migranti digitali facevamo da adolescenti quando sognavamo ad occhi aperti il nostro futuro” queste le parole di Federico Tonioni, responsabile dell’Ambulatorio dipendenze da Internet del Policlinico Gemelli, che aggiunge anche “La differenza è che ora ciò che rimaneva nell’ambito dell’immaginario è sostituito dal digitale e quindi abbiamo anche la responsabilità degli aspetti ideali della nostra identità”.

Federico Tonioni spiega anche che l’assenza di un contatto fisico, che possa dare un confronto con la realtà, rischia di far “provare un sentimento di dispersione dell’identità, che può essere un’esperienza da cui usciamo subito o diventare qualcosa di più grave”.

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