Spotify aumenta il Premium in Italia e Amazon riorganizza i podcast: cambiamenti chiave nel mondo audio digitale

Spotify aumenta il prezzo del Premium in Italia per sostenere investimenti, mentre Amazon chiude Wondery e riorganizza la propria strategia podcast per adattarsi a un mercato audio in rapida evoluzione.

Spotify aumenta il Premium in Italia e Amazon riorganizza i podcast: cambiamenti chiave nel mondo audio digitale

Spotify e Amazon segnano importanti svolte nel mondo dell’audio digitale, riflettendo le trasformazioni e le sfide di un settore in continua evoluzione. Da un lato, Spotify annuncia un aumento del prezzo del suo abbonamento Premium in Italia, cercando di bilanciare investimenti e fidelizzazione in un mercato sempre più competitivo. Dall’altro, Amazon chiude lo studio podcast Wondery e riorganizza la propria strategia audio, puntando su Audible e nuovi servizi dedicati ai creator per rispondere alle nuove dinamiche di consumo.

Spotify aumenta il prezzo del Premium in Italia: cosa cambia per gli utenti da settembre

Dopo mesi di indiscrezioni e speculazioni, Spotify ha confermato l’aumento del prezzo del suo abbonamento Premium in diversi paesi, tra cui l’Italia. Il canone mensile passa dagli attuali 10,99 euro a 11,99 euro, un incremento di un euro che segna un cambiamento significativo nella politica tariffaria della piattaforma di streaming musicale più popolare al mondo. Questo aumento sarà effettivo a partire da settembre 2025, mentre agosto rappresenterà l’ultimo mese in cui gli utenti potranno usufruire della tariffa precedente.

La decisione arriva in un momento delicato per l’azienda, che ha appena pubblicato risultati finanziari deludenti. La necessità di incrementare le entrate sembra essere il motivo principale dietro a questa revisione dei prezzi, anche se Spotify ha scelto di comunicare l’aumento in modo piuttosto generico, citando la volontà di “continuare a investire e innovare” per garantire la qualità del servizio.

Al momento, il rincaro riguarda esclusivamente i piani individuali, mentre gli altri tipi di abbonamento non sembrano essere coinvolti. È interessante notare come questa mossa arrivi a pochi mesi da una dichiarazione del CEO Daniel Ek, che aveva spiegato la strategia dell’azienda focalizzata sulla fidelizzazione a lungo termine degli utenti, privilegiando la stabilità dei prezzi per mantenere gli abbonati anziché puntare a incrementi di breve termine.

Tuttavia, la recente crescita di abbonati su iOS, favorita dalla vittoria di Spotify nella battaglia legale contro Apple, non ha raggiunto i risultati economici sperati, portando quindi l’azienda a rivedere la sua posizione e a optare per un aumento quasi globale.

L’effetto di questo aumento sui consumatori italiani e internazionali sarà senz’altro oggetto di discussione. Da una parte, Spotify continua a rappresentare una delle piattaforme più complete e utilizzate nel panorama dello streaming musicale, con un catalogo vastissimo, playlist personalizzate e funzionalità avanzate. Dall’altra, il costo più elevato potrebbe spingere una parte degli utenti a rivalutare la propria sottoscrizione o a considerare alternative più economiche, soprattutto in un mercato in cui la concorrenza è sempre più agguerrita. Gli utenti Premium riceveranno una comunicazione ufficiale tramite email che li avviserà del cambio di prezzo, dando loro modo di prepararsi al cambiamento. Sarà interessante osservare come reagirà il mercato, se ci saranno proteste o disdette, oppure se l’aumento sarà assorbito senza particolari scossoni.

Amazon chiude Wondery: 110 licenziamenti e una nuova strategia per i podcast

Amazon ha ufficialmente annunciato la chiusura di Wondery, lo studio di podcast acquisito nel 2020, con il conseguente taglio di 110 posti di lavoro nell’ambito di una profonda riorganizzazione della divisione audio. Questa scelta segna un cambio di rotta importante per il gigante dell’e-commerce, che punta ora a integrare i contenuti di Wondery nel marchio Audible, specializzato in audiolibri, o a convogliarli in una nuova unità dedicata ai servizi per creator, focalizzata su format condotti da personalità di rilievo.

Secondo quanto spiegato da Steve Boom, vicepresidente di Amazon per audio, Twitch e gaming, il mercato dei podcast è profondamente mutato negli ultimi anni, con la crescente importanza dei video che ha modificato il concetto stesso di creatore di contenuti audio. Nonostante gli investimenti significativi e la collaborazione con grandi nomi, Amazon non ha raggiunto i risultati sperati in questo settore.

La decisione riflette la necessità di adattarsi a un panorama sempre più competitivo, dove player come Spotify e YouTube si distinguono per l’integrazione efficace di formati audio-video innovativi. Per Amazon si apre dunque una fase di riorganizzazione strategica, volta a seguire le nuove abitudini di ascolto degli utenti e a rafforzare la propria presenza nel mondo dell’audio digitale.

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