Microsoft ha deciso di dare un volto al suo assistente virtuale Copilot, puntando su un’esperienza più umana e personalizzata. A guidare questa rivoluzione è Mustafa Suleyman, CEO della divisione AI dell’azienda, che ha svelato i dettagli del progetto durante il podcast The Colin & Samir Show. La nuova funzionalità si chiama Copilot Appearance e rappresenta un passo avanti nell’evoluzione degli assistenti AI, trasformandoli da semplici strumenti vocali a veri e propri compagni digitali in grado di comunicare con espressioni facciali, voce naturale e memoria conversazionale avanzata.
Disponibile inizialmente in fase sperimentale negli Stati Uniti, Regno Unito e Canada, Copilot Appearance trasforma l’assistente in un avatar virtuale che reagisce con gesti come sorrisi, cenni del capo o espressioni di sorpresa, offrendo un’interazione più empatica e immersiva. Questa nuova interfaccia è pensata per umanizzare il rapporto tra utente e IA, rendendolo più simile a quello tra due persone.
Il progetto richiama vagamente la versione animata di Cortana presente in Cina su Windows Phone 8.1, ma si spinge ben oltre in termini di ambizione e tecnologia. Uno degli aspetti più affascinanti emersi dall’intervista è la visione a lungo termine di Suleyman: Copilot sarà un’entità digitale permanente, con una propria “stanza virtuale” dove vivrà e, col tempo, invecchierà insieme all’utente.
L’idea è quella di dare all’assistente una sorta di identità duratura, una “patina digitale” che rifletta il trascorrere del tempo — proprio come accade con gli oggetti reali che si usurano con l’uso e acquisiscono carattere. Questa filosofia va oltre l’estetica: punta a creare un legame emotivo e duraturo con l’utente. Proprio come un Tamagotchi o un compagno digitale, Copilot evolverà e muterà nel tempo, adattandosi al nostro stile di vita e alle nostre abitudini.
Non si tratterà più solo di un tool, ma di un assistente “vivo”, capace di crescere, cambiare e diventare più utile con l’esperienza accumulata. Suleyman ha anche criticato l’attuale interfaccia desktop di Windows, definendola “troppo caotica e invasiva”, e ha lasciato intendere che la prossima rivoluzione dell’ecosistema Microsoft potrebbe partire proprio da lì. L’obiettivo è quello di creare un ambiente di lavoro più silenzioso, semplice e ottimizzato, dove Copilot e la sua versione “umanizzata” diventino centrali nell’esperienza utente.
Questa trasformazione si inserisce in un contesto più ampio, in cui l’AI non è più vista solo come uno strumento tecnico, ma come un compagno di vita digitale. Microsoft, con l’aiuto dell’esperienza di Suleyman (già fondatore di DeepMind e poi creatore del chatbot Pi per Inflection AI), sembra voler imprimere una svolta emozionale e relazionale al futuro dell’intelligenza artificiale. Se l’esperimento avrà successo, potremmo davvero trovarci a condividere la nostra quotidianità con un assistente che non solo ci conosce, ma cresce con noi.