Rai contro Sigfrido Ranucci: procedimento disciplinare a Report, esplode la polemica sulla libertà di stampa

La Rai ha avviato un procedimento disciplinare contro Sigfrido Ranucci per aver partecipato ad altri programmi televisivi senza autorizzazione formale. Dura la reazione del giornalista e del mondo politico, che denuncia un tentativo di censura.

Rai contro Sigfrido Ranucci: procedimento disciplinare a Report, esplode la polemica sulla libertà di stampa

Sigfrido Ranucci, volto storico del giornalismo d’inchiesta italiano e conduttore della trasmissione Report, si trova al centro di un duro braccio di ferro con l’azienda per cui lavora. In queste ore, la Rai ha notificato al giornalista una lettera di contestazione che apre ufficialmente un procedimento disciplinare a suo carico.

Il motivo? La partecipazione a trasmissioni di altre emittenti e ad alcune interviste pubbliche senza una presunta autorizzazione formale da parte della rete. Secondo quanto riferito dall’eurodeputato del Partito Democratico Sandro Ruotolo, che ha divulgato la notizia in anteprima, la missiva porta la firma dell’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, e del direttore delle risorse umane Felice Ventura.

La contestazione riguarda diverse apparizioni televisive, tra cui la partecipazione a Otto e Mezzo su La7 e un intervento a Piazza Pulita in cui Ranucci aveva replicato alle accuse mosse da Italo bocchino, che lo aveva definito un “manipolatore”. Nel mirino anche alcune presentazioni del suo libro, dedicate proprio al tema della libertà di stampa. La reazione politica non si è fatta attendere. Sandro Ruotolo, che segue da vicino le tematiche legate all’informazione pubblica visto il suo passato da giornalista, ha definito l’azione della Rai come “un’intimidazione” e “uno schiaffo all’articolo 21 della Costituzione”.

Secondo l’europarlamentare, il procedimento disciplinare si inserisce in una più ampia strategia volta a mettere a tacere le voci scomode del giornalismo, in un momento storico particolarmente delicato per l’autonomia del servizio pubblico. Ruotolo sottolinea come la decisione arrivi a poco più di un mese dall’entrata in vigore del Media Freedom Act, il regolamento europeo che impone agli Stati membri di garantire pluralismo e indipendenza dell’informazione, e che chiede esplicitamente una revisione della governance delle emittenti pubbliche

La vicenda si inserisce in un contesto già segnato da forti tensioni interne alla Rai. Report, uno dei programmi di punta dell’approfondimento giornalistico, sarà soggetto nella prossima stagione a un taglio di quattro puntate, nonostante gli ottimi risultati in termini di ascolti. Ma non è l’unica trasmissione coinvolta: tra riduzioni, chiusure e spostamenti penalizzanti, l’intero comparto informativo della Rai sembra essere sotto pressione. Ne sono esempio i casi di Presadiretta, Lo stato delle cose, Agorà Weekend e il ridimensionamento del progetto Farwest

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