A partire dal 28 luglio 2025, uno dei principali gestori italiani di SPID, InfoCert, introdurrà un canone annuale di 5,98 euro (IVA inclusa), allineandosi alla recente decisione di Aruba, un altro importante provider di identità digitale, che ha già annunciato la fine della gratuità del servizio.
Fino ad oggi, infatti, i cittadini italiani potevano ottenere e utilizzare SPID gratuitamente, ma da questa estate la situazione cambierà, almeno per chi sceglierà di affidarsi a questi gestori. La scelta di introdurre un costo per l’identità digitale è legata principalmente alla necessità di coprire i costi operativi in attesa dello sblocco delle risorse stanziate dal governo.
Come spiegato da Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, sono infatti previsti pagamenti per un totale di 42 milioni di euro destinati ai fornitori di SPID, previsti già dal 2019 ma mai concretizzati fino ad oggi. Nel frattempo, i provider hanno dovuto sostenere autonomamente spese per mantenere attivo il sistema.
Rimane comunque valida l’alternativa della Carta d’Identità Elettronica (CIE), che consente ancora di accedere gratuitamente a tutti i servizi online della pubblica amministrazione. InfoCert, che fa parte del gruppo Tinexta, ha sottolineato come abbia “offerto SPID gratuitamente per 10 anni” contribuendo così alla diffusione della digitalizzazione nel Paese.
Il canone non sarà però applicato in automatico: gli utenti dovranno dare esplicito consenso al rinnovo del servizio; in caso contrario, non sarà addebitato alcun costo ma il servizio non potrà essere più utilizzato. Per chi volesse recedere, InfoCert mette a disposizione canali ufficiali come la PEC o la raccomandata con ricevuta di ritorno. In Italia sono attive oltre 39 milioni di identità digitali SPID, la maggior parte gestite da PosteID, il servizio di Poste Italiane, che al momento mantiene la gratuità. Questo fa sì che per la maggioranza dei cittadini l’impatto del cambiamento rimanga limitato.
Tuttavia, se in futuro anche Poste Italiane decidesse di rendere a pagamento SPID, si potrebbe aprire uno scenario critico: quello di un bene pubblico, pensato per facilitare l’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione, trasformato in un prodotto commerciale. Il rapporto tra Stato e gestori privati di SPID è da sempre complesso.
Le convenzioni scadute a fine 2022 sono state prorogate fino ad aprile 2023 per evitare interruzioni del servizio, ma i gestori hanno continuato a chiedere un sostegno economico per coprire costi di gestione e manutenzione. Il governo ha risposto con un finanziamento da 40 milioni di euro, inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma l’erogazione è ancora in attesa.
La situazione ha suscitato la dura reazione del Codacons, che denuncia come questo cambio di rotta sia ingiusto nei confronti dei consumatori, invitati negli ultimi anni a dotarsi di SPID per accedere a molti servizi pubblici. Ora, il rischio è che si trovino a dover sostenere costi imprevisti per un servizio essenziale, con possibili ricadute legali contro lo Stato per inadempienza nei confronti degli operatori del sistema di identità digitale. In sintesi, da luglio 2025 il costo annuale di 5,98 euro per SPID con InfoCert rappresenta una novità importante per gli utenti, che dovranno valutare le alternative disponibili e prestare attenzione alle comunicazioni ufficiali per evitare disservizi nell’accesso ai servizi digitali. La gratuità rimane garantita tramite la carta d’identità elettronica e da altri provider ancora non a pagamento, ma il futuro della digitalizzazione italiana passa anche attraverso scelte economiche delicate e ancora in fase di definizione.