Tiziana Ferrario, giornalista, milanese, è stata uno dei volti del Tg1. Conduttrice, inviata di politica estera, corrispondente da New York, ha raccontato guerre e crisi umanitarie, dall’Afghanistan al Medio Oriente all’Africa.
Basato anche sullo studio dei documenti conservati presso il nostro archivio storico, l’intreccio narrativo si snoda a partire dall’amicizia tra due bambine di dieci anni.
Giovannina Lombardi è la figlia del proletariato.Orfana di padre,è una piscininia apprendista in una delle tante sartorie che servono le famiglie borghesi della città.
Mariuccia Majno, invece, è nata in una casa della borghesia con un padre parlamentare socialista, il signor Luigi Majno e sua mamma è Ersilia Bronzini, fondatrice dell’Unione femminile e femminista convinta. Tutti, in città, sanno chi sono i Majno.
Attorno a queste due bambine e alla vita sociale di Ersilia e Luigi vi sono le donne milanesi coraggiose e rivoluzionarie. Donne come la compagna di Filippo Turati, una delle prime laureate in medicina in Italia. Donne che vogliono essere pagate come gli uomini, vogliono poter votare, vogliono poter essere elette in Parlamento. Donne come Alessandrina Ravizza, la contessa del brod, fondatrice della Cucina dei malati poveri nel quartiere Garibaldi abitato da miserabili,
La storia si intreccia con fatti storici realmente accaduti,menzionati. Personaggi coerenti che si adattano bene alla trama e alla visione dell’Italia post-Unitaria di fine Ottocento.
La rivoluzione industriale corre in maniera rapida e niente la può fermare. È la modernità anche se non la si vede in città poiché la gente è affamata, lavora quindici ore al giorno, vive in piccole case e affollate. Questa storia d’amicizia ha fatto da contorno alla descrizione della città in cui Tiziana Ferrario è nata e dove è crescita: Milano. Milano che è anche stata la culla del socialismo in Italia, la stessa città che ora è la capitale della moda in Italia e nel mondo.