Apple tra futuro pieghevole e rivoluzione AI: ecco cosa ci aspetta tra iPhone foldable, Apple Watch e pubblicità smart

Apple si prepara a rivoluzionare il suo ecosistema con un iPhone pieghevole senza Face ID, un Apple Watch pronto a cambiare pelle con watchOS 12 e una strategia AI sempre più centrata sulla privacy, mentre il rebranding di Apple Ads anticipa una visione pubblicitaria più ampia e integrata.

Apple tra futuro pieghevole e rivoluzione AI: ecco cosa ci aspetta tra iPhone foldable, Apple Watch e pubblicità smart

Apple si prepara a riscrivere il proprio futuro con una serie di aggiornamenti strategici che toccano tutti i principali pilastri del suo ecosistema. Il primo iPhone pieghevole, atteso per il 2026, potrebbe rinunciare al Face ID per lasciare spazio a un Touch ID laterale e a un design full-screen con fotocamera sotto al display. Intanto, l’Apple Watch resta (per ora) fuori dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale, pur introducendo novità estetiche e funzionali con watchOS 12. Sul fronte AI, però, Apple accelera con nuove tecniche di analisi locale dei dati, per migliorare funzioni smart come notifiche e riassunti automatici senza rinunciare alla privacy. Infine, il servizio pubblicitario dell’App Store cambia nome e identità: nasce Apple Ads, con l’obiettivo di ampliare l’offerta promozionale su scala più ampia e ambiziosa. Una fase di transizione che mostra chiaramente come Apple stia affinando le sue mosse per restare protagonista nella corsa all’innovazione digitale. 

iPhone Foldable: addio (per ora) al Face ID, ma la rivoluzione Apple è solo rimandata

Apple sembra pronta a compiere un passo audace nel mondo dei dispositivi pieghevoli, introducendo nel 2026 il suo primo iPhone foldable. Tuttavia, la sorpresa più grande non riguarda tanto il design a libro o la presenza di un display interno da 7,76 pollici, quanto l’assenza del celebre sistema di riconoscimento facciale Face ID. Una rinuncia tutt’altro che banale, motivata da precise esigenze ingegneristiche: secondo le indiscrezioni più affidabili, la presenza di una fotocamera sotto al display impedirà di integrare il sofisticato modulo TrueDepth, che richiede trasparenza ottica e spazio per proiettori a infrarossi e sensori tridimensionali. Apple avrebbe quindi optato per una soluzione già sperimentata sugli iPad, ovvero un sensore Touch ID integrato nel tasto laterale, per garantire sicurezza e praticità senza compromettere l’ergonomia del dispositivo. Questa scelta non va però letta come un passo indietro. Al contrario, dimostra quanto l’azienda stia lavorando con estrema cautela per offrire un pieghevole che non sia solo scenografico, ma anche funzionale e affidabile. La fotocamera sotto il display, sebbene priva della tecnologia 3D, permetterà un design pulito e moderno, mentre il secondo schermo esterno da 5,49 pollici assicurerà un uso immediato per le attività quotidiane. I dettagli tecnici trapelati finora suggeriscono che i prototipi siano già in fase avanzata di test, con risoluzioni elevate, rapporti d’aspetto ottimizzati per la produttività e un’interfaccia adattata alla doppia modalità d’uso.

Inoltre, non va dimenticato che Apple starebbe già lavorando a una seconda generazione di dispositivi pieghevoli, forse un iPad da 18,8 pollici atteso per il 2028, nel quale potrebbe finalmente trovare spazio anche una versione compatta e integrata del sistema Face ID. In tema di forniture sembra che per gli OLED dei propri pieghevoli Cupertino ricorrerà esclusivamente a Samsung Display riconoscendole importanti progressi nel minimizzare le pieghe nei display pieghevoli. 

Apple Watch e l’intelligenza artificiale: innovazione rimandata (ma non troppo)

Con l’arrivo di Apple Intelligence, molti si aspettavano una vera e propria innovazione anche su Apple Watch, ma la realtà – almeno nel breve periodo – sarà più sfumata. Secondo Bloomberg, il wearable di Cupertino non eseguirà direttamente le funzioni legate all’AI, limitandosi a visualizzare i risultati elaborati da altri dispositivi Apple, come l’iPhone. Questo non esclude però alcune trasformazioni interessanti: watchOS 12, ad esempio, dovrebbe introdurre un’interfaccia ispirata a visionOS, con menu più moderni, trasparenze e un look “fluttuante” in linea con gli altri sistemi operativi Apple in arrivo.

In parallelo, non mancano le speculazioni su nuove scelte di design – tra cui modelli in vetro o in plastica – e sull’ipotesi, ancora tutta da confermare, di un Apple Watch Ultra con chip AI dedicato e ben 8 GB di RAM. Al momento, insomma, l’Apple Watch resta ai margini della rivoluzione AI, ma potrebbe diventare presto un interprete chiave di questa nuova fase evolutiva dell’ecosistema Apple.

Apple accelera sull’IA: analisi locale dei dati per migliorare le funzioni intelligenti, senza rinunciare alla privacy

Apple spinge sull’intelligenza artificiale con una nuova strategia che punta a migliorare le prestazioni del suo ecosistema Apple Intelligence analizzando i dati direttamente sui dispositivi degli utenti. La novità, in arrivo con le beta di iOS e iPadOS 18.5 e macOS 15.5, introduce un sistema in grado di confrontare le informazioni sintetiche generate da Apple con campioni di email reali presenti su iPhone, iPad e Mac. Questo confronto permette di affinare gli strumenti di sintesi testuale, come le notifiche intelligenti, le funzionalità di Writing Tools e i riassunti automatici dei messaggi, il tutto senza trasferire i dati personali sui server dell’azienda. Apple conferma così il suo impegno per la privacy, grazie anche all’uso di tecniche come la privacy differenziale, puntando a recuperare terreno rispetto ai colossi dell’IA come OpenAI e Google.

Search Ads diventa Apple Ads: nuova identità per una pubblicità più ambiziosa sull’App Store (e oltre)

Apple cambia volto al suo servizio pubblicitario ribattezzandolo “Apple Ads”, un nome pensato per rappresentare meglio l’evoluzione dell’offerta destinata agli sviluppatori. Nato nel 2016 come sistema per inserire annunci nella ricerca dell’App Store, Search Ads si è gradualmente esteso a più sezioni dello store digitale, rendendo il vecchio nome ormai riduttivo. Il rebranding non modifica le funzionalità attuali, ma lascia intendere un’espansione futura del servizio anche su altre piattaforme dell’ecosistema Apple. Secondo Cupertino, questa nuova denominazione è il primo passo verso una strategia pubblicitaria più ampia e integrata, che punta a diventare un punto di riferimento per la promozione delle app all’interno – e forse presto anche fuori – dall’App Store.

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