Apple: AirPods trasparenti, watchOS 12, Apple Intelligence e molto altro

Apple sta introducendo una serie di novità interessanti, tra cui il design trasparente degli AirPods, un restyling di watchOS 12 ispirato a visionOS, l'integrazione di Apple Intelligence e l'apertura di Siri a modelli AI esterni, ma affronta anche sfide interne e controversie legali.

Apple: AirPods trasparenti, watchOS 12, Apple Intelligence e molto altro

Apple continua a sorprenderci con idee innovative e aggiornamenti attesi che riguardano diversi dispositivi, tra cui gli AirPods, l’Apple Watch, e il suo ecosistema software. Mentre alcuni progetti, come gli AirPods trasparenti, suscitano curiosità senza ancora concretizzarsi, altre novità, come il restyling di watchOS 12 ispirato a visionOS e le potenzialità di Apple Intelligence, sono pronti a trasformare l’esperienza utente. Tuttavia, non mancano le difficoltà interne, come i ritardi nello sviluppo dell’AI e le controversie legali legate a Siri. Inoltre, Apple sta facendo i conti con la produzione degli iPhone negli Stati Uniti, con costi che potrebbero aumentare drasticamente.

AirPods trasparenti: un’idea suggestiva ma non ancora realtà

L’idea di AirPods trasparenti ha acceso la curiosità degli appassionati di Apple, ma per ora rimane un sogno lontano dalla produzione di massa. Sebbene Apple privilegi tradizionalmente il bianco per i suoi accessori, prototipi traslucidi sono emersi in passato, come quelli condivisi dal collezionista Giulio Zompetti, che mostravano AirPods con steli blu trasparenti, rivelando dettagli interni come l’uso abbondante di colla. Più recentemente, lo sviluppatore iOS @LusiRoy8  ha pubblicato immagini di una custodia trasparente testata in fase EVT (Engineering Validation Test), suggerendo che Apple abbia esplorato questa estetica, almeno nei laboratori. Questi prototipi, spesso usati per studi ingegneristici, non garantiscono un prodotto finale, ma l’interesse è vivo. Nel frattempo, chi cerca un design simile può guardare ai Beats Studio Buds + (bianchi trasparenti, 199,95 €) o ai Beats Solo Buds (rosse, 89,95 €), che offrono un’alternativa commerciale vicina a questa visione.

watchOS 12: il restyling in stile visionOS e l’arrivo dell’Apple Intelligence

watchOS 12 promette di rivoluzionare l’esperienza utente sull’Apple Watch, con un design completamente rinnovato che si ispira a visionOS, il sistema operativo di Apple Vision Pro. Questo restyling visivo introdurrà un’interfaccia più audace, caratterizzata da trasparenze e un aspetto “fluttuante”, simile a quello di visionOS, che interesserà tasti, icone e menu. Apple sta lavorando anche a una revisione della schermata Home, pur non avendo ancora confermato una data ufficiale per il lancio.  L’aggiornamento di watchOS 12 include l’introduzione di Apple Intelligence, che potrebbe arrivare inizialmente sull’Apple Watch Ultra, con l’ipotesi di un chip esclusivo per supportare funzionalità avanzate di intelligenza artificiale.

Sebbene questa idea sembri promettente, resta il dubbio riguardo alla compatibilità hardware, considerando che l’Apple Watch attualmente dispone di soli 1 GB di RAM, mentre Apple Intelligence richiede almeno 8 GB per funzionare correttamente. Le indiscrezioni parlano di funzionalità come riepiloghi intelligenti delle notifiche, Genmoji, una versione avanzata di Siri e il monitoraggio delle attività quotidiane, tra cui sport, sonno e frequenza cardiaca. Tuttavia, resta incerta l’attendibilità di queste voci, soprattutto considerando la storia delle previsioni errate di The Verifier. Nonostante ciò, l’integrazione di Apple Intelligence su Apple Watch potrebbe essere un passo importante per l’evoluzione dell’ecosistema Apple, se riuscirà a superare i limiti tecnici attuali.

Apple e il ritardo dell’AI: una disorganizzazione interna alla base dei problemi

Apple sta affrontando ritardi significativi nello sviluppo della sua intelligenza artificiale, un problema che, secondo quanto riportato da The Information, deriverebbe da una disorganizzazione interna. Inizialmente, l’azienda aveva pianificato due modelli linguistici per Apple Intelligence, “Mini Mouse” (per l’esecuzione su iPhone) e “Mighty Mouse” (su cloud), per poi optare per un unico modello di grandi dimensioni basato esclusivamente sul cloud. Queste indecisioni hanno generato frustrazione tra gli ingegneri, alcuni dei quali hanno lasciato l’azienda, e hanno richiesto una revisione della leadership della divisione AI.

John Giannandrea, ex responsabile AI, avrebbe sottovalutato la complessità del miglioramento di Siri, concentrandosi su successi minori come l’eliminazione del comando “Hey” (un processo durato due anni) e insistendo su modelli proprietari non competitivi. Progetti come “Link” per Vision Pro sono falliti, e molte funzionalità di Apple Intelligence presentate alla WWDC 2024 si sono rivelate fittizie, suscitando sorpresa tra gli stessi ingegneri. La cultura aziendale, descritta come “troppo rilassata” e priva di ambizione, ha portato al soprannome “AIMLess” per il team AI/ML. Ora, Craig Federighi e Mike Rockwell hanno il compito di risollevare le sorti di Apple Intelligence e ridare credibilità al progetto.

Siri cambia rotta: Apple apre all’AI esterna

Siri potrebbe essere a una svolta epocale: Apple, sotto la guida di Craig Federighi, avrebbe deciso di integrare intelligenze artificiali di terze parti per potenziare il suo assistente vocale, segnando un netto cambio di rotta rispetto alla politica precedente che privilegiava modelli proprietari. Fino a poco tempo fa, gli ingegneri potevano utilizzare modelli linguistici esterni (LLM) solo per test comparativi, ma ora avrebbero il via libera per incorporarli direttamente in Siri.

Questa decisione nasce dalla difficoltà di sviluppare un modello AI interno competitivo, come dimostrato dai risultati insoddisfacenti del team guidato da John Giannandrea. Gli ingegneri hanno accolto con entusiasmo questa apertura, che promette di accelerare lo sviluppo di nuove funzionalità e migliorare l’esperienza utente. Sebbene Apple non abbia ancora confermato ufficialmente la notizia, si prevede che novità su Siri e Apple Intelligence verranno annunciate alla WWDC 2025, con un assistente vocale potenzialmente più intelligente e versatile, pronto a competere con i rivali.

Apple Maps Web: fine della Beta, accesso aperto a tutti

Apple Maps compie un passo significativo verso l’accessibilità universale: la sua versione web, precedentemente in fase beta, è ora disponibile per tutti su maps.apple.com, senza il prefisso “beta” in diversi mercati (in Italia l’aggiornamento è atteso a breve). La grande novità è l’estensione al mobile, con supporto non solo per iPhone ma anche per dispositivi Android, rendendo le mappe di Apple utilizzabili al di fuori del suo ecosistema. Gli utenti possono cercare punti di interesse, ottenere indicazioni stradali, esplorare Guide curate e utilizzare la funzione “Look Around” per viste panoramiche a 360 gradi, attivabile tramite l’icona del binocolo. Tuttavia, alcune funzionalità avanzate, come i trasporti pubblici e la visualizzazione 3D degli edifici, restano esclusive dell’app nativa, così come l’accesso a luoghi salvati o Guide personalizzate. Apple promette ulteriori sviluppi, con l’obiettivo di rafforzare la competitività di Maps nel panorama della navigazione online.

Apple citata in giudizio per pubblicità ingannevole su Siri e Apple Intelligence

Apple si trova al centro di una controversia legale internazionale: dopo una causa in California, l’azienda è stata citata in giudizio anche in altri stati USA e nel vicino Canada per “pubblicità ingannevole” legata alle funzionalità di intelligenza artificiale di Siri. I consumatori, in particolare acquirenti di iPhone 16, sostengono di essere stati indotti a pagare prezzi elevati per dispositivi che promettevano l’integrazione di Apple Intelligence, salvo poi scoprire che tali funzionalità erano ritardate o non disponibili. Le cause collettive accusano Apple di aver promosso in modo fuorviante le capacità di Siri, spingendo gli utenti a scelte d’acquisto basate su false aspettative. L’azienda ha reagito cancellando gli spot pubblicitari che promuovevano l’AI di Siri, ma non ha rilasciato commenti ufficiali. Negli Stati Uniti, si prevede che le cause possano essere unificate, con la possibilità che Apple debba pagare una multa collettiva a tutti gli utenti coinvolti, anche a coloro che non hanno partecipato direttamente alle azioni legali.

Produzione iPhone negli USA: costi alle stelle Secondo la Bank of America

La possibilità di spostare la produzione di iPhone negli Stati Uniti, come ipotizzato in risposta alle politiche tariffarie di Donald Trump, potrebbe rivelarsi un’operazione estremamente costosa per Apple. Secondo la Bank of America, trasferire l’assemblaggio dagli attuali stabilimenti in India e Cina agli USA comporterebbe un aumento dei costi di produzione del 25% solo per la manodopera, con un incremento totale che potrebbe raggiungere il 90% a causa delle tariffe del 145% sui componenti importati dalla Cina. Anche gli iPhone prodotti in India dipendono da pezzi cinesi, rendendo inevitabile l’importazione. Per evitare di trasferire questi costi ai consumatori, Apple potrebbe richiedere esenzioni tariffarie al governo statunitense o adottare strategie alternative, come negoziazioni con i fornitori, aggiustamenti dei prezzi dei servizi o un passaggio a un ciclo di lancio biennale per i nuovi iPhone. Per ora, l’azienda continua a importare 1,5 milioni di iPhone dall’India per aggirare le tariffe di Trump, ma non ha commentato ufficialmente i piani futuri.

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