Google torna a far parlare di sé con una raffica di novità che toccano tre dei suoi ecosistemi principali: Discover, Maps e YouTube. Le innovazioni annunciate promettono di trasformare il modo in cui gli utenti interagiscono con i servizi della compagnia, tanto a livello informativo quanto legislativo e tecnologico. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Discover e At a Glance arrivano su desktop: la homepage di Google non sarà più la stessa
Durante l’evento Search Central Live tenutosi a Madrid, Google ha ufficializzato un cambiamento epocale per la sua storica homepage: Discover, il feed intelligente di contenuti personalizzati, sbarcherà anche su desktop, affiancato dal widget At a Glance. La novità rompe la tradizionale essenzialità dell’interfaccia desktop del motore di ricerca, che finora ha puntato su minimalismo e pulizia visiva.Come rivelato dalle prime immagini condivise, la parte superiore della homepage resterà invariata, ma scorrendo verso il basso l’utente troverà suggerimenti basati sulle sue preferenze e una sintesi giornaliera delle informazioni più utili: meteo, appuntamenti, notifiche da Gmail, viaggi e molto altro ancora.
Non è la prima volta che Google sperimenta con questa idea — già nel 2022 e nel 2023 erano stati condotti dei test pubblici — ma questa volta l’intenzione sembra definitiva, anche se mancano ancora indicazioni ufficiali sulle tempistiche di rilascio e sulla possibilità di disattivare le nuove funzioni. L’obiettivo è chiaro: portare l’esperienza già familiare su Android anche nella navigazione desktop, rafforzando il ruolo attivo dell’algoritmo nel suggerire contenuti rilevanti, proprio come fa Discover su mobile, dove è ormai uno dei principali canali di traffico per editori e siti web.
Google Maps si evolve: nuovi strumenti AI per città più intelligenti e sostenibili
Non meno interessante è l’annuncio di un potenziamento per Google Maps e Google Cloud, con l’introduzione di sofisticati strumenti di analisi basati sull’intelligenza artificiale. Grazie a un’integrazione più profonda con la piattaforma BigQuery, sarà possibile accedere in modo più semplice a dati cruciali per la gestione urbana.Le amministrazioni comunali, i developer e gli analisti potranno sfruttare nuove fonti informative come Imagery Insights, Roads Management Insights e Places Insights per monitorare in tempo reale le condizioni del traffico, la salute delle infrastrutture o i flussi dei visitatori in determinate aree. Ad esempio, Imagery Insights permetterà di valutare lo stato di pali della luce e segnaletica tramite analisi visive, mentre Roads Management offrirà dati aggiornati e storici per migliorare la viabilità urbana.
Un ulteriore balzo in avanti arriverà dall’integrazione dei dataset di Earth Engine: grazie all’analisi delle immagini satellitari, sarà possibile valutare i rischi ambientali legati a incendi o deforestazione, potenziando la capacità decisionale in ambito di sostenibilità. Tutto ciò sarà reso più accessibile e scalabile tramite l’AI applicata a BigQuery, rendendo questa suite un vero motore per la smart city del futuro.
YouTube al fianco della legge “No Fakes”: lotta alle repliche AI non autorizzate
Infine, sul fronte normativo, Google — tramite YouTube — ha annunciato il suo supporto ufficiale al No Fakes Act, una proposta di legge statunitense che punta a regolamentare l’uso delle tecnologie AI nella creazione di repliche digitali non autorizzate di persone reali.La piattaforma video più usata al mondo intende offrire agli utenti nuovi strumenti per segnalare contenuti generati con intelligenza artificiale che violano la propria immagine, identità o voce. L’obiettivo è proteggere i diritti individuali senza soffocare l’innovazione tecnologica, trovando un equilibrio tra creatività e rispetto della persona.
La legge è supportata da importanti associazioni come SAG-AFTRA e Recording Industry Association, ma ha anche suscitato perplessità da parte di realtà come la Electronic Frontier Foundation, preoccupata per i possibili rischi legati alla libertà d’espressione e all’eccessiva estensione delle norme.Secondo la versione attuale del disegno di legge, le piattaforme come YouTube non sarebbero direttamente responsabili per la presenza di contenuti caricati da terzi, ma dovrebbero garantire strumenti efficaci per la rimozione dei materiali segnalati.