Scandali nel mondo degli hard disk: Seagate e le truffe con le memorie false

Due clamorosi casi di truffa rischiano di compromettere la fiducia dei consumatori: Seagate coinvolta nella vendita di hard disk usati come nuovi, mentre truffatori spacciano schede SD per costosi HDD. Scopri come difenderti!

Scandali nel mondo degli hard disk: Seagate e le truffe con le memorie false

Nel mondo dell’hardware, due recenti scandali stanno facendo luce su truffe che coinvolgono dispositivi di memoria e storage venduti in modo fraudolento. Da un lato, un problema grave ha travolto Seagate, uno dei principali produttori di hard disk, con accuse di vendere dispositivi usati come nuovi, provenienti da ex mining farm di criptovalute. Dall’altro, un’altra truffa riguarda la manipolazione di memorie flash vendute come hard disk esterni, con truffatori che utilizzano schede SD mascherate da unità di memoria più costose. Entrambi i casi sollevano preoccupazioni sulla sicurezza dei prodotti tecnologici e sull’affidabilità delle catene di distribuzione, mettendo in evidenza come sia importante per i consumatori fare attenzione e adottare misure preventive quando si acquistano dispositivi di storage.

Seagate: Hard disk usati venduti come nuovi

Recentemente, l’industria dell’hardware ha subito uno scandalo che ha coinvolto il famoso produttore Seagate. Diverse segnalazioni da tutto il mondo hanno rivelato che hard disk venduti come nuovi erano in realtà dispositivi usati, alcuni con oltre 50.000 ore di attività alle spalle. Il caso ha suscitato indignazione, poiché molti consumatori hanno acquistato dischi rigidi, apparentemente freschi di fabbrica, che in realtà provenivano da ex mining farm di criptovalute in Cina, dove erano stati utilizzati intensivamente per l’attività di mining della criptovaluta Chia. Con il calo di valore della moneta, questi dischi sono stati manipolati per sembrare nuovi, azzerando la loro cronologia di utilizzo.

Le indagini hanno mostrato che i dischi Seagate Exos, spesso utilizzati nei data center, erano quelli maggiormente coinvolti. Il problema è stato riscontrato in oltre 200 casi in tutto il mondo, con segnalazioni da Europa, Australia, Giappone e Thailandia. Nonostante Seagate abbia preso le distanze dal caso e negato che i dischi provengano dai propri canali ufficiali, la situazione ha messo in discussione la sicurezza della supply chain e l’affidabilità di molti rivenditori.

Per verificare se un hard disk è stato manipolato, è possibile utilizzare strumenti come Smartmontools o SeaTools, i quali permettono di leggere valori come quelli SMART (Self-Monitoring, Analysis and Reporting Technology) e FARM (Field-Accessible Reliability Metrics), che rivelano la vera età e storia operativa del dispositivo. Il caso ha sollevato un forte dibattito sulla trasparenza della vendita di dispositivi di storage e sulla necessità di proteggere meglio i consumatori da truffe simili. Seagate, al momento, ha avviato un’indagine interna e sta collaborando con le autorità per risolvere il problema e identificare i responsabili.

 La truffa delle memorie: scheda SD al posto di un hard disk

Un altro scandalo legato agli hard disk riguarda la truffa delle memorie flash, in cui alcune schede SD vengono vendute come dischi rigidi esterni. Questo tipo di frode è diventato sempre più diffuso, con truffatori che sostituiscono l’interno di un hard disk esterno con una semplice scheda microSD, spesso collegata all’interfaccia USB attraverso cavi modificati.

Questa truffa è particolarmente insidiosa, in quanto molti utenti non si accorgono di nulla fino a quando non si trovano a fare i conti con prestazioni molto inferiori rispetto a quelle di un vero hard disk. I truffatori, infatti, utilizzano diversi trucchi per ingannare il consumatore: per simulare il peso di un disco rigido, inseriscono una lastra di metallo all’interno dell’involucro del prodotto, rinforzandola con materiale isolante. Inoltre, la capacità di archiviazione viene falsificata attraverso la manipolazione del chip di memoria flash, facendole credere al sistema operativo di essere un hard disk da 1 TB, ad esempio.

Nonostante l’assenza di rumore meccanico, molti consumatori non si accorgono di nulla e ritengono che si tratti di una caratteristica del prodotto. La velocità di trasferimento dati è un altro campanello d’allarme, dato che una memoria flash non è in grado di raggiungere le stesse prestazioni di un HDD tradizionale. Per proteggersi da queste frodi, è importante seguire tenere conto di alcuni semplici segnali: gli hard disk meccanici fanno rumore a causa dei dischi e delle testine in movimento, generano calore e offrono velocità di trasferimento dati nettamente superiori rispetto alle memorie flash. In caso di dubbi, è sempre consigliabile utilizzare strumenti software per analizzare il dispositivo e verificare che la sua capacità e le sue prestazioni siano effettivamente conformi a quanto dichiarato.

 

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