Quando si parla di impressionismo, il riferimento immediato, come ovvio è a quello francese, ma ci sono stati grandi artisti impressionisti o comunque influenzati da questo dirompente stile anche in altri Paesi, tra i quali la Germania, ne è un buon esempio il berlinese Max Liebermann che è ora protagonista, con le sue opere, di una bella mostra allestita alla Casa di Goethe a Roma.
Oltre al rapporto di Liebermann con l’impressionismo francese, il più sincero e autentico, è interessante anche approfondire, cosa che la mostra fa a dovere, quello con la pittura olandese e non ultimo con la cultura italiana.
Liebermann non era un estimatore del nostro Paese, ma come si evince da alcuni suoi scritti venne molto colpito, ad esempio dalla bellezza di Firenze. Il suo è stato un interesse piuttosto tardivo e limitato per l’Italia, che ha però inevitabilmente segnato parte della sua produzione.
Da giovane aveva rivolto lo sguardo soprattutto all’Impressionismo francese, ma anche all’arte olandese, a partire dal 1878 cominciò però anche a frequentare Venezia, Firenze e Roma, per trovare nuove ispirazioni.
Oggi, la Casa di Goethe di Roma gli dedica una mostra dal taglio museale (piccola, ma preziosa) nata da una selezione di dipinti, disegni e fotografie davvero accurata, grazie all’impegno di Alice Cazzola.
Il percorso espositivo della rassegna romana su Max Liebermann racconta in modo efficace l’evoluzione della carriera del pittore a partire dal 1884, quando si stabilisce con la famiglia in un palazzo a Pariser Platz, nel cuore di Berlino. Osservando il mondo dalle sue finestre, dipinge, con pennellate veloci, le truppe tedesche sconfitte, che rientravano dal fronte nel dicembre del 1918.
Nella prima sala dell’allestimento romano spiccano poi una serie di ritratti di famiglia, caratterizzati da una dimensione particolarmente intima.
In una delle sale successive lo sguardo si sposta sulla pittura olandese e le sue ispirazioni, con un forte focus su scene della vita quotidiana.
La mostra, visitabile fino al 9 febbraio, si conclude con le opere più tarde, quelle della piena maturità artistica per il tedesco. Vedute del suo giardino, dipinte con particolare attenzione alla luce.