Una vicenda che mescola inganno, emozioni e gogna mediatica è diventata protagonista del podcast “Il Disinformatico“, condotto per conto della Radiotelevisione Svizzera dal noto debunker anglo-elvetico Paolo Attivissimo. La storia coinvolge Anne, una donna francese convinta di chattare con Brad Pitt, che ha finito per inviare ai truffatori oltre 800.000 euro.
Questo episodio, già di per sé drammatico, è stato amplificato dai commenti denigratori sui social, mettendo in evidenza come vittime di truffe online possano trovarsi isolate e derise anziché supportate. La truffa è iniziata nel 2023, quando Anne – fresca di divorzio da un uomo facoltoso – è stata contattata su Instagram da falsi account che si spacciavano per la madre e lo stesso Brad Pitt. Con strategie sofisticate, i truffatori hanno sfruttato leve emotive come compassione, seduzione e persino lusinghe matrimoniali, arrivando a creare deepfake e documenti falsi per convincere la donna.
La promessa di un amore da favola e l’urgenza di aiuti economici legati a problemi legali (per il divorzio di Pitt dalla collega Angelina Jolie) e di salute (presunto cancro renale) hanno ulteriormente rafforzato l’illusione.
Nonostante Anne avesse dubbi ricorrenti e fosse stata avvisata dalla figlia, il coinvolgimento emotivo e la manipolazione dei truffatori hanno avuto la meglio, portandola a trasferire tutti i suoi risparmi (frutto del succitato divorzio dal marito). Quando Anne ha deciso di raccontare pubblicamente la sua storia per avvertire altre potenziali vittime, è iniziato un nuovo calvario. Social network, programmi radiofonici e persino grandi aziende come Netflix France hanno ironizzato sull’accaduto, alimentando una gogna mediatica che ha ignorato il vero problema: la crudeltà dei truffatori e la responsabilità delle piattaforme digitali.
Account falsi come quelli usati per ingannare Anne sono tuttora presenti su Instagram, spesso attivi da anni e facilmente individuabili. Tuttavia, le piattaforme sembrano incapaci o non intenzionate a intervenire, nonostante l’uso di tecnologie avanzate per altri scopi, come il tracciamento pubblicitario.