Ci sono star e personaggi del mondo dello spettacolo, della musica e del cinema considerate delle vere e proprie icone e leggende sia per la musica, ma anche per i messaggi o il cambiamento che hanno apportato alla società. Una di queste è sicuramente il Duca Bianco, ovvero David Bowie, una leggenda che avrà un museo a lui dedicato che sarà inaugurato a partire dal prossimo anno, come spieghiamo qui.
Il museo dedicato alla leggenda e al mito di David Bowie aprirà a Londra il prossimo anno, per la precisione il 13 settembre il cui nome è David Bowie Center con più di 90 mila cimeli di questa star diventata ormai un’icona assoluta, non solo della musica. Un risultato che è stato ottenuto grazie al grande successo della mostra che ha avuto luogo nel 2013 raccogliendo milioni di persone.
Tra i tanti cimeli esposti, ci saranno sicuramente tutti i suoi strumenti musicali, il suo marchio di fabbrica, ma anche tutti gli abiti iconici che gli hanno permesso di trasformarsi in Ziggy Stardust. Un mito, una leggenda che è riuscita ad andare oltre l’idea di musica diventando una star in ogni ambito, compreso il settore della moda.
Ovviamente il museo dedicato a David Bowie conterrà anche tutto ciò che lo ha reso celebre, quindi le sue canzoni, gli appunti del suo repertorio musicale come le parole di brani quali Heroes e Fame scritte direttamente dal Duca Bianco o altre canzoni composte grazie al metodo del cut ut, pratica che gli è stata insegnata dallo scrittore William Burroughs.
Tristam Hunt, il direttore del Victoria and Albert Museum che aprirà un’ala dedicata a questo museo di David Bowie si dice entusiasta e afferma: “David Bowie è stato uno dei più grandi musicisti e interpreti di tutti i tempi. Il V&A è entusiasta di diventare custode del suo incredibile archivio e di poterlo aprire al pubblico”.
Un progetto nato grazie a una serie di collaborazioni come il David Bowie Estate, il supporto del Warner Music Group ma anche donazioni da parte della Blavatnik Family Foundation, una fondazione voluta dall’imprenditore Leonid Blavatnik, appunto.