Il documentario “Liliana“, diretto da Ruggero Gabbai, è stato presentato in anteprima alla 19ma edizione della Festa del Cinema di Roma. Questo film ripercorre la testimonianza di Liliana Segre, senatrice a vita, che racconta con commovente lucidità la sua esperienza di arresto, deportazione e la separazione dal padre durante la Shoah. Un’opera che non solo onora la sua figura, ma cerca di preservare la memoria di una delle pagine più dolorose della storia contemporanea.
Le parole del Ministro della Cultura
All’anteprima del documentario ha partecipato anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria della Shoah attraverso il cinema. “Il mio essere qui è per celebrare e confermare l’amicizia con una donna straordinaria”, ha dichiarato Giuli, ricordando come già in passato avesse avuto modo di conoscere la Segre. Il ministro ha inoltre voluto rimarcare come “il monopolio dell’antifascismo non esiste”, invitando tutti a partecipare attivamente alla memoria di episodi storici che non devono essere dimenticati.
Un ritratto di forza e sopravvivenza
Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento, racconta nel documentario la difficoltà di esprimere a parole quello che ha vissuto. “Non ci sono nei vocabolari le parole… perché un superstite della Shoah trovi il modo di raccontarla“, afferma la senatrice. Segre spiega come per lungo tempo abbia evitato di parlare della sua esperienza, proteggendosi da quel dolore che l’aveva colpita così profondamente. Solo dopo molti anni è riuscita a confrontarsi con il suo passato e con i racconti di altri sopravvissuti, guardando anche i documentari sul tema.Nel film, emerge il suo forte spirito di autodifesa e la resistenza che l’ha aiutata a sopravvivere. “Mi sono difesa perché ero una giovane donna selvaggia, colpita, non capita dal resto del mondo”, racconta la Segre, testimoniando una lotta interiore tra la sopravvivenza e lo strazio del ricordo.
La memoria Storica e il pericolo dell’oblio
Il documentario non è solo un’opera di ricordo personale, ma un monito contro il rischio dell’oblio storico. La Segre, riflettendo sulla storia degli armeni, osserva come “col tempo che passa si tende a dimenticare tutto”. Questo pessimismo la spinge a continuare a raccontare la sua esperienza, temendo che anche la Shoah possa essere dimenticata nel tempo, come già accaduto per altri eventi storici simili.
Un film per non dimenticare
“Liliana” è molto più di un semplice documentario: è una testimonianza, un lascito morale, un invito alla riflessione. Grazie alla maestria di Ruggero Gabbai, il film riesce a cristallizzare una storia personale in un contesto storico più ampio, sottolineando l’importanza di ricordare e celebrare figure come Liliana Segre, le cui esperienze ci ricordano l’urgenza di tenere viva la memoria della Shoah.