Google ha recentemente annunciato due importanti novità che riguardano il suo browser Chrome per Android e il widget della Ricerca. Questi aggiornamenti si accompagnano a quelli relativi al sideloading su Android, a Google Lens e all’intelligenza artificiale. Di seguito, esploreremo in dettaglio entrambe le innovazioni.
Drag and Drop e ricerche recenti su Google Chrome per Android
L’app di Google Chrome per Android si prepara a ricevere due nuove funzionalità significative: il supporto al “drag and drop” e l’integrazione delle “ricerche recenti”. Queste funzionalità, già disponibili in versione desktop, stanno per arrivare sulla piattaforma mobile, promettendo di rendere la gestione dei file e la ricerca web molto più efficienti. La funzionalità di drag and drop permetterà agli utenti di trascinare e rilasciare file direttamente nel browser o tra diverse app.
Questa caratteristica è stata individuata in un commit denominato “Enable DragDropFiles for M129” nel codice di Chromium, il che suggerisce che i test sono già in corso. Una volta implementata, questa funzione consentirà di spostare immagini, documenti e altri file da una scheda all’altra o tra diverse finestre con un semplice gesto. Questa operazione, già apprezzata dagli utenti desktop per la sua intuitività, offrirà un’esperienza simile su Android, facilitando l’interazione con i contenuti.
Accanto al drag and drop, Google Chrome per Android introdurrà anche l’opzione delle ricerche recenti. Questa funzione mostrerà automaticamente le ricerche precedentemente effettuate mentre l’utente digita nella barra di ricerca, rendendo il processo di ricerca più rapido e personalizzato. L’integrazione di questa funzione è attualmente in fase di test e il suo successo dipenderà dal feedback degli utenti. Se ben accolta, potrebbe diventare una componente standard del browser, migliorando notevolmente l’esperienza utente.
Ripensamento del Widget della ricerca
Parallelamente, Google sta lavorando a una revisione del widget della Ricerca, adottando un approccio più minimalista e coerente con la moderna identità visiva di Material You. Con l’ultima versione beta dell’app Google, alcune opzioni di personalizzazione sono state rimosse, restringendo le scelte disponibili per gli utenti. In precedenza, gli utenti potevano personalizzare il logo, la forma, il colore e l’ombreggiatura del widget. Tuttavia, l’ultimo aggiornamento ha eliminato molte di queste opzioni. Ora, il design predefinito è quello a pillola, in linea con l’estetica moderna di Material You, abbandonando l’opzione rettangolare ormai obsoleta. Per quanto riguarda i colori, gli utenti possono scegliere tra tema chiaro, tema scuro, sistema (che si adatta alle impostazioni generali del dispositivo) e una nuova opzione “Device” che segue i colori dello sfondo, sempre in stile Material You.
Queste modifiche riflettono un desiderio di maggiore coerenza visiva e controllo sul brand da parte di Google, pur lasciando agli utenti qualche margine di personalizzazione. Le icone della “G”, della ricerca vocale e di Google Lens mantengono il design a quattro colori, con un’opzione monocromatica per i temi chiari e scuri.
Il Google Play Store ha complicato un po’ il sideloading delle app su Android
Google ha recentemente modificato il modo in cui gestisce il sideloading delle app su Android, rendendo il processo leggermente più complicato per gli utenti che scaricano app da fonti esterne come APKMirror. La chiave di questo cambiamento è l’abbandono graduale dei tradizionali APK (Android Package) in favore degli Android App Bundle (AAB), un formato introdotto nel 2018 e adottato come standard dal Google Play Store dal 2021. Gli AAB sono progettati per ottimizzare l’installazione delle app suddividendo il pacchetto in più file a seconda delle specifiche del dispositivo, come risoluzione dello schermo e architettura del processore, riducendo così le dimensioni e migliorando l’efficienza dei download. Tuttavia, questo passaggio ha avuto ripercussioni sul sideloading: mentre i vecchi APK possono essere installati direttamente, gli AAB richiedono strumenti specializzati per l’installazione, come APKMirror’s own tool, SAI (Split APKs Installer) o ADB (Android Debug Bridge) per gli utenti avanzati.
Google non ha fornito spiegazioni dettagliate per questo cambiamento, ma sembra evidente che l’azienda non favorisca l’uso di metodi di installazione esterni al Play Store. Per gli utenti che dipendono dal sideloading per ottenere app non disponibili nel negozio ufficiale, questa evoluzione comporta una maggiore complessità e la necessità di adattarsi a nuovi strumenti di gestione delle app.
Google Lens
Dopo essere stata avvistata in fase di sviluppo lo scorso giugno, la nuova funzione di ricerca con video di Google Lens sembra ora essere in fase di distribuzione su tutti gli smartphone Android compatibili. Questa innovativa funzionalità permette agli utenti di eseguire ricerche utilizzando video anziché solo immagini statiche, ampliando notevolmente le capacità di identificazione e ricerca visiva del tool. I primi segnali dell’aggiornamento sono già emersi da alcune regioni oltreoceano, suggerendo che la distribuzione avvenga lato server e potrebbe richiedere del tempo prima di essere completamente disponibile a livello globale. Per ulteriori dettagli su questa novità e il suo impatto, è consigliabile consultare la notizia originale.
Novità AI
Google DeepMind ha lanciato un’importante evoluzione nella sua linea di modelli linguistici open-source con la nuova versione di Gemma 2, che include le innovazioni ShieldGemma e Gemma Scope. La versione più compatta di Gemma 2, denominata Gemma-2-2B, è particolarmente notevole per la sua efficienza: nonostante contenga solo 2 miliardi di parametri, riesce a superare modelli ben più grandi, come il LLaMA-2-70B, in termini di prestazioni, grazie alla sua capacità di eseguire su dispositivi meno potenti. Questo dimostra come i modelli più piccoli possano competere con i loro omologhi più imponenti in scenari reali. A supporto di questa performance, Google ha introdotto ShieldGemma, un insieme di classificatori progettati per filtrare e mitigare contenuti nocivi come discorsi d’odio e molestie.
Questo strumento è disponibile in versioni con 2, 9 e 27 miliardi di parametri e rappresenta un significativo passo avanti nella sicurezza dei contenuti generati dalle AI. Inoltre, Gemma Scope offre una maggiore trasparenza ai ricercatori, fornendo dettagli sui processi decisionali e sui pattern riconosciuti dai modelli Gemma 2, facilitando così una comprensione più profonda delle loro operazioni. Entrambi gli strumenti, insieme a Gemma-2-2B, sono accessibili gratuitamente su piattaforme come Kaggle, Hugging Face e Google AI Studio, segnando un importante avanzamento nella democratizzazione e nella sicurezza dell’IA.