Dopo un silenzio lungo dieci anni, la voce inconfondibile che ha segnato gli anni d’oro della musica italiana ritorna a far vibrare i cuori. Antonella Ruggiero, celebre per essere stata la frontwoman dei Matia Bazar, band iconica degli anni ’70 e ’80, presenta un nuovo progetto musicale intitolato “Altrevie“, realizzato insieme a Roberto Colombo, suo compagno d’avventura e di vita da oltre quarant’anni.
L’album segna una netta deviazione dai sentieri battuti del panorama musicale contemporaneo, confermando l’amore di Ruggiero per l’unicità artistica: “Mi piacciono le nicchie, nell’arte in generale“, ha dichiarato l’artista in un’intervista a Il Secolo XIX. La sua voce, un dono naturale che non ha mai cessato di evolversi, è pronta a esplorare nuove dimensioni espressive, testimoniando un percorso artistico che si distacca volutamente dalle correnti dominanti.
Il ritorno di Antonella Ruggiero è anche un viaggio nostalgico attraverso i ricordi di un’era musicale irripetibile, dal suo addio ai Matia Bazar 35 anni fa, fino alle emozionanti esplorazioni del mondo che hanno segnato la sua carriera. La cantante rievoca con affetto i successi che hanno segnato la sua storia con la band, come “Cavallo bianco“, “Vacanze romane” e “Ti sento“, canzoni che continuano a emozionare le nuove generazioni.
A questi si aggiungono i brani della sua carriera solista, tra cui “Amore lontanissimo” e “Sacrarmonia“, quest’ultima eseguita nelle cattedrali tra organi antichi, simbolo della sua ricerca di un contatto profondo e autentico con il pubblico. La vita di Antonella Ruggiero è stata un viaggio costante non solo sul piano musicale, ma anche personale e geografico.
La scelta di vivere a Berlino negli ultimi anni rappresenta un ulteriore capitolo di questa esplorazione continua, un “triste viaggio della memoria” che la cantante percorre per arricchire sé stessa e, forse, anche la sua musica. Accanto a lei, Roberto Colombo, marito e collaboratore artistico, condivide questa visione di vita e di arte, supportandola nelle sue “stranezze” e nelle sue esplorazioni culturali. Un legame che trascende il professionale, per diventare una condivisione profonda di ideali e sensibilità.