In una mossa che ha sorpreso il panorama politico e culturale italiano, Vittorio Sgarbi ha annunciato la sua decisione di dimettersi dall’incarico di sottosegretario alla Cultura. L’annuncio è stato fatto a Milano, durante l’evento “La Ripartenza“, organizzato da Nicola Porro presso il Centro congressi Cariplo.
La decisione di Sgarbi arriva in un momento delicato, segnato da settimane di polemiche legate alla vicenda del presunto furto di un quadro. “Mi dimetto con effetto immediato“, ha dichiarato Sgarbi, sottolineando di voler comunicare la sua decisione nelle prossime ore alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Mi dimetto e lo faccio per voi. Adesso sono solo Sgarbi, non sono più sottosegretario“, ha aggiunto, marcando una netta separazione tra la sua figura pubblica e l’incarico governativo fino ad ora ricoperto.
La controversia si è acuita a seguito di una lettera inviata dall’Antitrust, in risposta a due segnalazioni anonime, che metteva in luce una presunta incompatibilità tra l’attività di conferenziere di Sgarbi e il suo ruolo di sottosegretario. Secondo l’Antitrust, questa attività sarebbe stata considerata illecita e fuorilegge, spingendo Sgarbi a prendere la drastica decisione di dimettersi per evitare possibili implicazioni legali per sé e per il suo pubblico.
Nonostante la tempesta mediatica, Sgarbi non ha mancato di esprimere il suo punto di vista con la consueta franchezza, in particolare riguardo alle critiche ricevute dai giornalisti per alcune sue dichiarazioni passate. “Non mi devo scusare con nessuno“, ha affermato, ribadendo la sua libertà di espressione.
La sua uscita di scena non è stata priva di riflessioni su altri temi di attualità, come la questione della ristrutturazione dello stadio di San Siro. Sgarbi ha espresso il suo sostegno a questa iniziativa, sottolineando l’importanza storica e culturale dello stadio per la città di Milano e per le squadre dell’Inter e del Milan. La sua visione vede la ristrutturazione come un’opportunità vantaggiosa per tutti, inclusa l’amministrazione comunale, nonostante le precedenti polemiche.