Il Piccolo Coro dell’Antoniano, con la sua storia lunga quasi 60 anni, è diventato un simbolo di gioia e speranza per i bambini di tutto il mondo. Nato nel 1963 con solo otto componenti, oggi conta 65 voci provenienti da ogni angolo del globo. Questo gruppo, non solo è ambasciatore UNICEF, ma è anche riconosciuto come Patrimonio per una cultura di pace dall’UNESCO. Il coro, con la sua prima tournée in Cina nel 2015, ha toccato i cuori di milioni, ripetendo il tour per ben sei volte.
Tuttavia, quest’anno una nota stonata ha interrotto la melodia di armonia internazionale che il coro ha sempre cercato di diffondere: il brano “Forza Gesù“, cantato nel 2010 dalla piccola Simona Deiana e scritto da Rosa Martirano, non è stato incluso nel programma delle esibizioni in Cina. Il pezzo, divenuto popolare in Cina attraverso YouTube, ha purtroppo incontrato gli ostacoli della censura.
Frate Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano, esprime il suo disappunto: “Non sappiamo quali siano i motivi per cui la canzone non sia stata inserita in programma. Nel nostro repertorio di oltre ottocento canzoni, tutte mettono l’accento sui valori dell’amicizia, della fratellanza, del rispetto, della diversità.“
La situazione ricorda episodi simili: nel 2017, altre due canzoni a tema religioso, “La Preghiera” e “Alleluia lodate il Signore“, furono censurate. Il coro, che collabora con un partner locale in Cina, si trova spesso a navigare in acque complicate per quanto riguarda la libertà di espressione. Il direttore aggiunge: “Non abbiamo rapporti diretti con le autorità cinesi. Siamo invitati dal nostro partner in loco che si occupa di tutta l’organizzazione. Anche loro hanno un piccolo coro di bambini che canta le nostre canzoni in italiano, così come noi ne cantiamo alcune in cinese.“
Il caso del Piccolo Coro dell’Antoniano solleva questioni più ampie sulle relazioni culturali e sulla libertà di espressione artistica. Questo episodio non solo evidenzia la complessità del dialogo interculturale, ma pone anche interrogativi sul ruolo dell’arte e della musica come ponti tra le diverse società e culture. Nel frattempo, il coro continua a diffondere il suo messaggio di pace e unità, sperando in un futuro dove la musica possa fluire liberamente oltre ogni confine.