Meta accusata di aver progettato le sue piattaforme per creare dipendenza tra i bambini

Meta è accusata di aver progettato le sue piattaforme per creare dipendenza tra i bambini. La denuncia sostiene che Meta ha consapevolmente consentito agli utenti minorenni di detenere account e ha ignorato i reclami sui contenuti dannosi per i bambini.

Meta accusata di aver progettato le sue piattaforme per creare dipendenza tra i bambini

Una denuncia legale presentata dai procuratori generali di 33 stati accusa Meta, la società madre di Instagram e Facebook, di aver appositamente progettato le sue piattaforme per creare dipendenza tra i bambini e di aver consapevolmente consentito agli utenti minorenni di detenere account.

La denuncia sostiene che Meta sapesse, ma non lo abbia mai rivelato, di aver ricevuto milioni di reclami su utenti minorenni su Instagram, ma di aver disabilitato solo una frazione di tali account. Il gran numero di utenti minorenni era un “segreto di Pulcinella” per l’azienda, sostiene la causa, citando documenti interni dell’azienda. In un esempio, la causa cita un thread di posta elettronica interno in cui i dipendenti discutono del motivo per cui i quattro account di una ragazza di 12 anni non sono stati cancellati in seguito alle lamentele della madre della ragazza che affermava che sua figlia aveva 12 anni e richiedeva la rimozione degli account.

I dipendenti hanno concluso che “gli account sono stati ignorati” anche perché i rappresentanti di Meta “non potevano dire con certezza che l’utente fosse minorenne”. La denuncia afferma che nel 2021 Meta ha ricevuto oltre 402.000 segnalazioni di utenti sotto i 13 anni su Instagram ma che 164.000 – molto meno della metà degli account segnalati – sono stati “disabilitati perché potenzialmente minori di 13 anni” quell’anno.

La denuncia rileva che a volte Meta ha un arretrato fino a 2,5 milioni di account di bambini più piccoli in attesa di azione. La denuncia sostiene che questo e altri incidenti violano il Children’s Online Privacy and Protection Act, che richiede che le società di social media forniscano un avviso e ottengano il consenso dei genitori prima di raccogliere dati dai bambini. La causa si concentra anche sulle affermazioni di lunga data secondo cui Meta avrebbe consapevolmente creato prodotti che creavano dipendenza e dannosi per i bambini, messe in risalto dall’informatore Frances Haugen, che ha rivelato che studi interni hanno mostrato che piattaforme come Instagram portavano i bambini a contenuti legati all’anoressia.

Haugen ha anche affermato che l’azienda prende di mira intenzionalmente i bambini di età inferiore ai 18 anni.I documenti aziendali citati nella denuncia descrivevano diversi funzionari di Meta che riconoscevano che l’azienda aveva progettato i suoi prodotti per sfruttare le carenze della psicologia giovanile, inclusa una presentazione interna del maggio 2020 chiamata “fondamenti degli adolescenti” che evidenziava alcune vulnerabilità del cervello giovane che potrebbero essere sfruttate dallo sviluppo del prodotto.

La presentazione ha discusso della relativa immaturità del cervello degli adolescenti e della tendenza degli adolescenti a essere guidati dalle “emozioni, dall’intrigo della novità e della ricompensa” e ha chiesto come questi hanno chiesto come queste caratteristiche potrebbero “manifestarsi…nell’utilizzo del prodotto”.

Meta ha affermato in un comunicato che la denuncia travisa il lavoro svolto negli ultimi dieci anni per rendere l’esperienza online sicura per gli adolescenti, sottolineando che dispone di “oltre 30 strumenti per supportare loro e i loro genitori“. Per quanto riguarda l’esclusione degli utenti più giovani dal servizio, Meta ha affermato che la verifica dell’età è una “sfida complessa del settore”. Invece, Meta ha affermato di essere favorevole a spostare l’onere della sorveglianza sull’utilizzo da parte dei minorenni su app store e sui genitori come Google e Apple, in particolare sostenendo la legislazione federale che richiederebbe agli app store di ottenere l’approvazione dei genitori ogni volta che i giovani sotto i 16 anni scaricano app.

La causa potrebbe avere importanti conseguenze per Meta. Se i procuratori generali dovessero vincere, l’azienda potrebbe essere costretta a pagare un’ammenda significativa o ad apportare modifiche significative alle sue politiche e pratiche. La causa potrebbe anche portare a un maggiore controllo normativo delle società di social media da parte del governo federale. 

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