Verissimo, Stefano Tacconi racconta la sua emorragia cerebrale: “Pensavo di essere immortale"

L’ex portiere della Juventus, ospite di Silvia Toffanin, ha raccontato, in lacrime, quanto accaduto lo scorso anno quando fu colpito da emorragia cerebrale

Verissimo, Stefano Tacconi racconta la sua emorragia cerebrale: “Pensavo di essere immortale"

Stefano Tacconi, storico portiere della Juventus negli anni 80, con la quale ha vinto tutte le cinque competizioni UEFA (Coppa Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa UEFA, Supercoppa UEFA e Coppa Intercontinentale), ha raccontato a Verissimo quella che, forse, è stata la sua partita più difficile.

Entrato in carrozzina negli studi del programma condotto da Silvia Toffanin, e visibilmente commosso, Tacconi ha raccontato i difficili momenti vissuti lo scorso anno, quando è stato colpito da emorragia cerebrale. “Pensavo di essere immortale, e invece dietro l’angolo c’è sempre qualcosa di inaspettato”, con queste parole, l’ex portiere della nazionale, ha ripercorso quanto accaduto il 23 aprile del 2022, ricordando che la sua salvezza è stata la presenza, al suo fianco nel momento del malore, di suo figlio Andrea. Sicuro tra i pali, durante la sua carriera sportiva, Stefano Tacconi ha trattenuto a stento le lacrime ricordando l’accoglienza particolare dei suoi cani nel momento del ritorno a casa dopo il malore, il coma, le due operazioni e la lunga riabilitazione.

“Quella mattina sentivo che qualcosa non andava bene, ero stanco e avevo mal di testa”, inizia così il racconto di quel 23 aprile del 2022, giorno del compleanno di sua moglie Laura, quando l’ex portiere bianconero fu colto da malore. Suo figlio Andrea, in macchina con lui, capì subito che poteva trattarsi di qualcosa di cerebrale: suo padre si era irrigidito e aveva delle convulsioni. I soccorsi, giunti immediatamente sul posto, lo trasportarovo prima all’ospedale di Asti e poi a quello di Alessandria, ma con una prima diagnosi sconvolgente: “Non sappiamo se arriverà vivo ad Alessandria”. Poi dieci giorni di coma e due interventi chirurgici per impiantare una vena artificiale.

Ho perso il compleanno di mia moglie, il matrimonio di mia nipote e i 18anni di mia figlia, però almeno mi hanno visto vivere”, le parole di Tacconi, che ha parlato di una riabilitazione molto dura, nella quale ha dovuto ricominciare a parlare e a camminare, ma sempre con la vicinanza dei membri della sua famiglia che, a turno, facevano la spola da Milano ad Alessandria. “Oggi tutti mi dicono di stare attento, perché può tornare di nuovo l’emorragia. Questo è quello che mi fa paura perché non sto mai fermo”, ha proseguito Tacconi che ha sottolineato più volte la forza di sua moglie Laura che è riuscita a non perdersi d’animo in quei momenti, grazie anche alla profonda devozione verso Padre Pio, e che oggi si prende, amorevolmente, cura di lui.

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