Twitter: Musk vende azioni Tesla, prospetta un suo social, cita in giudizio Dorsey

Elon Musk, chiamato a confrontarsi in tribunale con il social Twitter, prima sedotto e poi abbandonato, si avvicina alla data del processo con un fuoco d'artificio di iniziative di sicuro interesse.

Twitter: Musk vende azioni Tesla, prospetta un suo social, cita in giudizio Dorsey

Elon Musk, il vivace imprenditore noto per aver fondato diverse aziende hi-tech rinomate nella Silicon Valley, è tornato a far parlare di sé, anche nel caldo mese di Agosto, cautelandosi nell’eventualità di dover comprare Twitter (ipotesi contro cui ora ha giocato la carta “Jack Dorsey”), prospettando comunque di poter fondare un social tutto suo.

Lo scorso Aprile, Elon Musk, Ceo di Tesla, Space Ex, Neuralink, The Boring Company, ha proceduto alla vendita di azioni Tesla per un valore di 8,5 miliardi di dollari, con fine di mettere assieme parte dei 44 miliardi di dollari con i quali voleva acquistare Twitter, operazione dalla quale l’imprenditore si è poi ritirato unilateralmente, non trovandosi d’accordo sul numero di account falsi del social (da quest’ultimo stimati nel 5% del totale), con la conseguenza che le due controparti si sfideranno in legal tenzone, per 5 giorni, a partire dal 17 Ottobre

Pur avendo promesso di non vendere altre azioni della sua azienda principale, nelle scorse settimane Musk ha rivelato d’aver dovuto vendere altre azioni di Tesla per mettere assieme 7,92 milioni di pregiata valuta verde nel caso fosse costretto a comprare Twitter, e alcuni partner dell’iniziativa si tirassero indietro: ovviamente, nel caso il processo dovesse volgere al suo favore, Musk ricomprerebbe quanto venduto per ripristinare la situazione primigenia.

Sempre in merito alla complessa vicenda che unisce Musk a Twitter, nei giorni scorsi, l’utente @teslaownersSV ha chiesto a Elon se avesse mai pensato a farsi un social per conto proprio (magari sulla falsa riga del trumpiano Truth Social): a tale domanda, l’istrionico magnate ha risposto con un eloquente ma allo stesso tempo enigmatico “X.com”, riferendosi a un sito di un’azienda poi fusasi agli albori con PayPal, dalla quel Musk ricomprò il dominio in questione nel 2017, forse per motivi affettivi, salvo lasciarlo sempre inutilizzato e nel dimenticatoio. Almeno sinora.

L’ultima intrigante notizia che mette assieme il social del canarino azzurro all’imprenditore che ha costellato i nostri cieli di satelliti per erogare internet all’intero orbe terraqueo riguarda la citazione in giudizio dell’ex CEO e co-fondatore di Twitter, Jack Dorsey, dimessosi (per la seconda volta, dopo la prima che portò al breve inter-regno di Dick Costolo) dalle sue cariche lo scorso Novembre.

Nello specifico, il team legale di Musk, secondo quanto emerge da un documento del 22 Agosto reso noto mediante DocumentCloud, non essendo riuscito a ottenere quanto desiderato mediante messaggi privati al diretto interessato, ha pensato di citare in giudizio Dorsey, nella speranza di ottenere quanti più dati possibili (tra questi anche i metodi adottati all’interno per etichettare i singoli profili e “indicazioni sulla metrica chiave utilizzata per il calcolo dei bot“) per stimare il numero di account falsi e bot su Twitter.

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