Come noto, dopo una serie di tira e molla, la vicenda che avrebbe dovuto portare Twitter sotto il controllo del miliardario Elon Musk si è conclusa con un nulla di fatto, visto che il CEO di Tesla e Space X si è ritirato dall’affare, con non poca irritazione da parte del social network che lo ha citato in giudizio, fronte sul quale sono appena giunte delle novità.
Lo scorso Lunedì, gli avvocati di Twitter ha presentato una memoria di 9 pagine alla Delaware Chancery Court, nella quale veniva sostenuto che la proposta di Musk di iniziare il processo (con un rito abbreviato) in quel di Febbraio, e precisamente il 13 di detto mese, era semplicemente un modo per “complicare e offuscare“ le cose. In seguito, nella giornata di martedì, il giudice Kathaleen St. J. McCormick ha tenuto un’udienza preliminare con le parti in causa, tramite Zoom, per fissare proprio l’inizio del processo.
Da una parte, i rappresentanti legali di Musk hanno motivato la richiesta di Febbraio col fatto che il loro assistito avrebbe avuto il tempo a disposizione per approfondire il numero dei bot o account falsi, che la piattaforma reputa il 5% dei 229 milioni di utenti attivi giornalieri e in merito ai quali non avrebbe fornito i dati reali richiesti.
Il rappresentante legale di Twitter, l’avvocato William Savitt, ha invece spinto per Settembre, con un trial rapido di 4 giorni, visto che con un’attesa più lunga perdurerebbe un clima di incertezza sulla piattaforma, che “infligge danni a Twitter ogni ora e ogni giorno“. Oltretutto, è stato spiegato, quello dei bot sarebbe un pretesto motivato da un classico caso di “rimorso dell’acquirente“, ovvero dal fatto che Musk si sarebbe pentito dell’accordo e che di conseguenza avrebbe usato la questione dei bot come scusa.
La decisione si è avuta piuttosto rapidamente, col giudice St. J. McCormick che ha fissato l’inizio del processo con rito abbreviato di 5 giorni per Ottobre, un mese dopo la proposta di Twitter, ma molti mesi prima della soluzione caldeggiata da Musk.