Adam Sandler non smette mai di stupire, dopo i numerosi successi con le sue commedie e l’ottima prova attoriale avuta con “Diamanti grezzi” e “Reign over me“, questa volta si cimenta in tutt’altro, è infatti un talent scout nel film su Netflix, “Hustle“, ambientato nel mondo del basket.
Stanley Sugarman (Adam Sandler), vedendo come l’uomo, armato di sarcasmo, sopravvive a cibo spazzatura e jet lag mentre gira il mondo come una trottola in cerca di talenti per l’NBA, incontra per caso per strada un ragazzo con notevoli doti nel basket, il ragazzo è interpretato da un vero giocatore dell’NBA.
Vengono però ostacolati dal potere del sistema dominante che disprezza il ragazzo per la sua estrazione, è una storia quindi di riscatto sociale, potrebbe sembrare a prima vista pieno di stereotipi ma le risate sono garantite, e il montaggio è accattivante. Ci sono numerose citazioni come “Rocky“, ma anche come “Karate Kid” e “Jerry Maguire“.
Nel cast ci sono molti campioni di basket vecchi e nuovi dell’ NBA e Adam nei panni del talent scout convince, e parla non solo di sport ma anche e soprattutto di affari, rimanda molto anche al film “Creed“. C’è da dire che Adam è nella realtà un vero appassionato di pallacanestro e le stelle che ci sono nel film ne meritano la visione.
A fare la differenza, lo si capisce quasi subito, è però il fatto che stavolta la storia di riscatto sportivo è vista dal punto di vista dell’allenatore (come se in Rocky seguissimo Mickey invece di Rocky Balboa), il film è nelle mani di Adam, sui suoi occhi tristi da perdente indefesso, incassa tutto e dà quel tono di malinconia e drammaticità, ne è produttore insieme a Lebron James, protagonista di “Space Jam 2“. Una storia ‘americanissima’ in cui ad ognuno è concessa una seconda occasione.