Una delle notizie post WWDC 2022 a essere ribalzata maggiormente sui media mainstream in queste ore, in ambito tecnologico, ha riguardato un accordo sulle tecnologie di ricarica, raggiunto dal Parlamento e dalla Commissione europea.
Lo scorso Settembre, la Commissione Europea, nel ricordare il buon lavoro fatto con i costruttori, che in un decennio aveva ridotto da 30 a 3 le tipologie dei caricatori per gli smartphone, aveva individuato nella USB Type-C l’architrave del sistema di ricarica universale, comprensivo di tecnologie di ricarica, connettori, e caricabatterie. Ad Aprile, poi, il Parlamento europeo acquartierato a Strasburgo, in forma di un comitato per il mercato interno e la protezione dei consumatori, aveva raggiunto un accordo per modificare in tal senso la Radio Equipment Directive.
Ora, dal confronto con la Commissione europea si è raggiunto, nella stessa direzione, un accordo provvisorio, che andrà poi formalmente approvato: a quel punto avverrà la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale europea. Venti giorni dopo tale pubblicazione, seguirà l’entrata in vigore, mentre per l’effettiva applicazione si dovranno attendere 24 mesi. Il risultato finale sarà che, entro l’autunno del 2024, tutte le apparecchiature elettroniche di medio e piccolo livello dovranno montare una porta USB Type-C per la ricarica.
Tra le apparecchiature previste in questo range temporale figurano gli smartphone, i cellulari, i tablet, gli auricolari, le cuffie, gli speaker, gli ebook reader, i mouse e tastiere, le consolle, i geonavigatori portable: per i notebook, sarà offerto un maggior tempo ai costruttori per adeguarsi, visto che l’obbligo di supportare la ricarica via Type-C sarà effettivo solo 40 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva.
Nei termini dell’accordo, finalizzato al semplificare la vita dei consumatori (anche in termini di rinuncia a spese inutili, stante la stima del risparmio di 250 milioni di euro in caricatori superflui), e a ridurre i rifiuti tecnologici (ad oggi, ogni anno, sono “11 mila le tonnellate di caricatori smaltiti e non utilizzati“), figurano anche altri particolari.
Ad esempio, in merito alla velocità di ricarica, anche per evitare “sabotaggi” nell’implementazione della direttiva, si è stabilito che gli utenti potranno caricare i propri device che supportino la carica rapida alla stessa velocità “con qualsiasi caricabatterie compatibile“. I due enti europei, tra le altre cose, hanno stabilito che, quando compreranno qualcuno dei nuovi prodotti, i consumatori beneficeranno di maggiori dettagli che rendano loro facile capire se un caricatore del quale sono già in possesso sia o meno compatibile per la carica del dispositivo al quale sono interessati. Sarà inoltre d’obbligo offrire l’opzione d’acquisto di un prodotto sia con che senza caricatore incluso in confezione, all’insegna di qualcosa a cui Samsung e Apple, che non da tempo non offrono più i caricatori a coloro che ne acquistano gli smartphone, dovranno adeguarsi.