Nelle scorse ore, ha fatto molto discutere la proposta del miliardario e imprenditore Elon Musk, CEO di innumerevoli società hi-tech (Tesla, Space X, Neuralink, The Boring Company, etc) di comprare il 100% delle azioni di Twitter a un prezzo per azione comprensivo di bonus, all’insegna di una proposta ultimativa, ritenuta la migliore possibile. Le prime prese di posizione in merito a tale evento non si sono fatte attendere e Musk, inutile ribadirlo, non è restato a guardare.
Nella giornata di giovedì, il CEO di Twitter, Parag Agrawal, che ha preso le redino del social dopo le dimissioni a dir poco obbligate del co-founder Jack Dorsey, ha tenuto un incontro Q&A (di domande e risposte) con i dipendenti della piattaforma, per rispondere ai loro dubbi ed alle loro preoccupazioni. Alla domanda di uno dei dipendenti sull’eventuale coincidenza del concetto di libertà d’espressione intesa da Musk con quella perseguita dal social, Agrawal da una parte ha risposto che “Twitter rappresenta molto più di un essere umano, qualsiasi essere umano” e, nel corso dell’incontro, ha aggiunto che molti degli sforzi profusi dalla piattaforma sono (già) volti a garantire la “salute della conversazione“.
Dopo l’ammissione, poi, secondo la quale è prematuro parlare della questione licenziamenti nel caso l’azienda diventasse privata, ha spiegato che il il consiglio d’amministrazione sta valutando la proposta di Musk con un “processo rigoroso“.
A tale dichiarazione, riportata dai media, Musk ha subito risposto con un sondaggio, sul suo profilo Twitter in cui, sostenendo che privatizzazione del social “dovrebbe essere una decisione degli azionisti e non del consiglio di amministrazione“, ha chiesto il parere agli utenti, ottenendo ottimi riscontri in merito. A questo punto, però, è arrivato in effetti il pronunciamento di uno dei maggior azionisti singoli della piattaforma, il principa saudita Alwaleed bin Talal che, per conto del suo fondo Kingdom Holding Company, ha rifiutato la proposta di Musk spiegando che, a suo parere, la stessa non rispecchi il reale valore del social, date le sue intrinseche prospettive di crescita.
Inutile dire che anche questa dichiarazione ha innescato la reazione di Musk. Quest’ultimo, da una parte ha chiesto su Twitter quante quote della piattaforma, il fondo del principe, in forma indiretta e diretta, possedesse, domandando poi anche quale fosse il concetto di libertà d’espressione del principe e, poi, partecipando alla conferenza TED 2022 di Vancouver, ha spiegato che non sta tentando l’assalto a Twitter per soldi e che il social in questione dovrebbe essere open-source (col suo codice che dovrebbe essere caricato su GitHub sì che le persone possano analizzarlo). Infine, nella stessa occasione, l’istrionico imprenditore ha, però, ammesso di non esser più sicuro di riuscire a comprare il 100% di Twitter e che, in ogni caso, nell’eventualità che non ci riuscisse, ha pur sempre un “piano B“.