Nella giornata del 12 dicembre è scomparso Vicente “Chente” Fernández Gómez, produttore, cantante e attore messicano, conosciuto per aver esportato in tutto il mondo la Ranchera, il genere musicale popolare della musica del suo paese insieme ai suoi sottogeneri che sono il huapango, il bolero ranchero e il corrido.
L’artista è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere caduto nel suo rancho, una fattoria per l’allevamento del bestiame, a Guadalajara il 6 agosto 2021. Inizialmente viene messo su un ventilatore nell’unità di terapia intensiva per una ferita alla colonna vertebrale cervicale, e due settimane dopo gli viene diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré, che non è dipesa dalla caduta.
Il 26 ottobre lascia la terapia intensiva grazie al suo miglioramento dello stato di salute, ma l’11 dicembre il figlio afferma che Chente è stato sedato per l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche.
La carriera di Vicente “Chente” Fernández
Nato il 17 febbraio 1940 nel villaggio di Huentitán El Alto, ubicato a Jalisco, inizia la sua carriera musicale a 14 anni unendosi a diversi gruppi mariachi. La sua prima registrazione avviene nel 1966 con il brano “Perdóname”, mentre il primo album che ha superato il milione di copie è “Serie de colección – 15 grandes con el número 1”, in cui incide canzoni del suo paese natìo ma anche alcune provenienti dagli Stati Uniti (tra cui una traduzione di “My Way” di Paul Anka).
Sempre nell’ambito musicale collabora con altri crooner americani, come Tony Bennett, ove incidono insieme “Return To Me (Regresa a Mí)”. Riesce a ottenere 13 nomination al Grammy Awards, vincendo gli ultimi tre premi con i brani “Necesito de Tí”, “Mano a Mano – Tangos a la Manera de Vicente Fernández” e “Un Azteca En El Azteca, Vol. 1 (En Vivo)”.
Leila Cobo, vicepresidente della rivista “Billboard”, come riportato dal sito “Npr”, ha ricordato in maniera commossa la carriera di Vicente Fernández: “Cantava finché la gente voleva che cantasse. Cantava queste canzoni con così tanto pathos e così tanta emozione, che gli uomini adulti avrebbero pianto, e lui avrebbe pianto”.