Spotify, la piattaforma co-fondata nel 2006 da Daniel Ek, dall’alto dei suoi attuali 345 milioni di utenti (di cui 155 paganti, cioè abbonati), ha diffuso ufficialmente diverse novità e progetti per il fituro, oltre a risultare al centro di svariate indiscrezioni relative al suo primo dispositivo hardware.
Introdotte nel 2016, le playlist “Daily Mix” hanno fatto scuola, tanto che dal quartier generale del noto music streaming hanno deciso di trarne spunto per le nuove categorie, dai nomi più facili da ricordare, degli Spotify Mix, incentrati su artisti, generi e decenni: ognuna di queste categorie, poste nella sezione “Create per te” una volta tippato sull’icona della ricerca, conterrà diverse playlist, contenenti le canzoni preferite dagli utenti, cui ne saranno aggiunte altre, presumibilmente legati ai suoi gusti, desunti – via algoritmi – dai like, dalle condivisioni, dall’inclusione nei preferiti, dalle riproduzioni eseguite, e da altre azioni del mezzo trilione di eventi che quotidianamente trova luogo su Spotify. Da notare che ogni mix, rispecchiando le abitudini di ascolto dell’utente, si aggiornerà regolarmente.
Di recente, Spotify ha acquisito i Betty Labs, dalle cui fucine creative è nata l’app Locker Room, per ora limitata a iOS, ove permette ad addetti ai lavori, sportivi, e fan, di dialogare tra loro, come se si fosse negli spogliatoi di una squadra, in puro stile Clubhouse: le intenzioni dello streaming svedese sono di migliorare Locker Room, addizionandola anche di funzioni di monetizzazioni (es. stanze a pagamento), facendola sbarcare anche su Android, e mettendola a disposizione di tutti coloro, sportivi, artisti, scrittori, che intendano avviare discussioni, presentare in anteprima la loro opera, cimentarsi in sessioni di domande e risposte o di “chiedimi tutto quello che vuoi”, con i loro fan. Il tutto, ovviamente, senza escludere la possibilità di registrare quanto svoltosi, sì da farne un podcast, magari da veicolare su Spotify.
Attualmente, è possibile controllare Spotify con Siri di Apple, Assistant di Google, e Alexa di Amazon: per smarcarsi da tali brand, ognuno dei quali ha un servizio di music streaming concorrente, Spotify sta lavorando da tempo a un suo assistente vocale, il cui esordio sarebbe ormai prossimo, come dimostrato da GSMArena: il portale di informazione hi-tech ha scoperto, su un Galaxy S21, una notifica che informa della funzione, e della stringa d’attivazione “Hey Spotify“, in modo che, tippando su tale notifica (o attivando la funzione dalle impostazioni), sia possibile concedere l’autorizzazione all’uso del microfono, ben cosci che l’app se ne avvantaggerà per registrare il necessario campione audio solo a device sbloccato e ad app in esecuzione.
Infine, analizzando una beta per iOS di Spotify, Steve Moser di MacRumors ha scorto delle immagini di rendering che, estratte, hanno rivelato la nuova forma del dispositivo Car Thing, annunciato nel 2019 quale progetto per consentire alla piattaforma di studiare le abitudini di ascolto degli utenti in auto. Il nuovo design del dongle, capace di agganciarsi a diverse parti del cruscotto (prese d’aria comprese), mostra una manopola molto grande a destra (per volume e orientamento nell’interfaccia), un ampio display a colori e, in cima, diversi pulsanti fisici: abilitato al Bluetooth, il Car Thing userebbe il telefono quale “ponte” tra sé e l’auto. Al momento, in ogni caso, non è noto se tale progetto hardware esordirà mai sul mercato, ed a che prezzo potrebbe farlo.