Diamante prezioso della terza serata della settantunesima edizione del Festival della canzone italiana è il terzo quadro di Achille Lauro che, in versione “gold”, interpreta “Penelope” con la brillante cantante Emma Marrone. La loro spettacolare esibizione è stata introdotta da un delicato ma potente monologo pronunciato della famosa attrice Monica Guerritore che racconta la sofferenza fatta donna, la libertà mancata e la crudeltà di un mondo che non comprende la sensibilità: “Da quando sono morta ho imparato cose che avrei preferito non sapere, come quando si origlia dietro le porte. Non ho più voce con cui parlare, non riesco a farmi capire nel vostro mondo fatto di corpi, di lingue, di dita”.
Per un attimo, il maestoso Teatro Ariston si abbellisce con antiche colonne e ramoscelli fioriti cosi da proiettare un’Itaca lontana che ospita il fantasma di una Penelope sofferente, delusa e inquieta ma sempre pronta ad accogliere l’amore rischiando pure di tornare a soffrire: “Metà tempo a cercarsi, metà a dirsi basta. L’amore sai accettarlo se sai dare e basta. Ammalarsi aspettando che passa finché non conta ciò che c’è ma solo ciò che manca”.
Con una voce graffiante, un abito splendente e una forza soprannaturale, l’amata cantante Emma Marrone offre la sua arte e il suo talento al collega Lauro che lo accoglie come un dono prezioso, a tal punto da creare un’unione armonica perfetta – come un graffio tagliente – in un quadro che omaggia chi non viene compreso: “Il pregiudizio è una prigione. Il giudizio è la condanna. Dio benedica l’incompresi”.
Travestito da statua marmorea, Achille Lauro canta un inno al coraggio e al riscatto sociale come manifesto di una potente voglia di emergere lasciando il buio per accogliere la luce. L’artista cura ogni movimento e tutti i dettagli della sua performance sono ispirati interamente a Penelope, compagna di Ulisse, la quale offre un titolo al nuovo singolo di Lauro: “La vita insegna ad essere insensibili con chi è sensibile”.
La scena si conclude con un cambio di posizione, Achille lascia il suo posto a Emma che prendere la sua storia, le sue debolezze e fragilità per custodirle nel suo cuore come segno di piena comprensione e di promessa affinché l’amore non permetta mai al dolore di vincere in questa difficile partita chiamata vita.