In sviluppo da diversi anni, e dopo la falsa partenza (seguita da un subitaneo ritiro) dei giorni scorsi, è stata finalmente annunciata la funzionalità “Nearby Share” (Condivisione nelle vicinanze), concepita da Google per agevolare la condivisione di contenuti tra miliardi di persone in possesso di migliaia di modelli di smartphone differenti.
Il nuovo strumento, simile all’AirDrop di Apple, secondo la spiegazione rilasciata dal product manager di Android, Daniel Marcos Schwaycer, prevede che l’utente possa condividere qualsiasi cosa sia presente sul proprio smartphone Android (dalla versione 6.0 in avanti), tra cui file, collegamenti, audio, foto, video, post social, etc), con gli utenti individuati nelle vicinanze: avviata la procedura per spedire un contenuto, il destinatario riceverà una notifica, con l’avatar del mittente, una miniatura/anteprima di quanto potrebbe fruire, ed una coppia di pulsanti, per accettare o rifiutare il “dono” digitale.
Il tutto avverrà tramite il nuovo protocollo che, in totale autonomia, sceglierà lo standard di comunicazione più adatto al momento (es. Bluetooth low energy, Wi-Fi peer-to-peer, Bluetooth, WebRTC), sì da mantenere un filo diretto anche in assenza di una connessione (ovvero, quando si è off-line).
In ottica privacy, elemento su cui Mountain View ha calcato molto la mano, chi invia un contenuto potrà tutelare la propria riservatezza, anche tramite invii in forma anonima che, cioè, saranno bonificati dei dati di contatto personale, non acclusi di proposito in quanto si va ad inviare a terzi. Parimenti, a protezione di chi riveste il ruolo di destinatario, in modo che non debba ricevere di tutto, anche quel che non desidera, i programmatori hanno previsto le opzioni perché ci si possa mantenere nascosti, o risultare visibili solo ad alcuni contatti (in alternativa alla visibilità per tutti i contatti).
Al momento, il roll-out della funzione “Nearby Share” di Android risulta essere già in corso per alcuni dispositivi, con i primi a beneficiarne rappresentati dai Pixel e dagli smartphone Samsung: nelle prossime settimane, tuttavia, il duro impegno di Big G dovrebbe consentire a tale feature di sbarcare su nuovi device. Tra gli ultimi a venire coinvolti, in tema di computer portatili, vi saranno i Chromebook che, al momento, conservano quale unica forma d’interazione diretta con gli Android phone la funzione di Instant Tethering (condivisione del traffico dati mobile).