Nel corso dell’ultima puntata del talk show di Rai 1 “Domenica in” si è lungamente parlato della grave situazione che sta colpendo Venezia e le zone limitofre, praticamente sommerse dall’acqua che ha raggiunto fino ai 187 cm, avvicinandosi sempre più al picco registrato nel 1966, quando l’acqua raggiunse i 194 cm e mietendo centinaia di milioni di euro di danni – c’è chi parla anche di un miliardo di euro -.
Venezia è anche la città natale di Mara Venier, dunque la conduttrice ha esordito la puntata del 17 novembre, con un collegamento dalla celebre città lagunare veneta, dove il sindaco ha dato gli ultimi aggiornamenti sulla situazione in città, oltre a riaprire l’annosa questione dell’urgenza di finire i lavori al Mose, opera teconologica che se in uso, potrebbe risolvere i problemi dell’acqua alta aVenezia.
L’appello di Mara Venier per Venezia
Sono in tanti a domandarsi per quale motivo le paretie mobili del Mose non siano entrate in funzione negli ultimi giorni, un sistema tecnologico molto complesso e avanzato, la cui realizzazione è stata rallentata anche da alcuni scandali riguardanti reati di corruzioni di alcuni degli attori coinvolti nel mega progetto.
Il sindaco Luigi Brugnaro – in collegamento da Venezia – dopo aver ringraziato tutti per l’attenzione e le attestazioni di affetto ricevute da tutto il mondo, ha rassicurato circa l’andamento della marea, quindi ha testimoniato i danni che l’acqua alta ha provocato, entrando nei negozi, nelle case, ma anche nelle centrali elettriche.
Zia Mara ha quindi chiesto al sindaco cosa servisse nell’immediato alla città, ed il primo cittadino senza pensarci sopra ha replicato che la prima cosa da fare è rilanciare Venezia ma anche ultimare il Mose: “Noi ce la dobbiamo fare a ultimare il Mose, senza se e senza, non c’è destra né sinistra. Dobbiamo mettere in sicurezza Venezia, l’Italia si gioca la sua credibilità“.
Sull’onda dellle parole del sindaco di Venezia anche Mara Venier ha voluto dare il suo contributo, commentando quanto segue: “Tutto ciò è vergognoso” – quindi chiosando ha aggiunto lanciando il suo appello – “il Mose va ultimato subito senza se e senza ma. Si parla di dicembre 2021? Io forse impiegherei tanti lavoratori per cercare di finirlo prima questo Mose, sennò diventa una barzelletta“.