Nel corso delle ultime ore, il famoso social network Facebook ha intrapreso una serie di contromisure volte a tamponare alcuni tentativi di disinformazione in ambito politico e, nel contempo, ha presentato un nutrito piano di iniziative intese a prevenire che episodi simili possano accadere anche in futuro.
Di recente, Facebook ha comunicato di aver interrotto numerose campagne di disinformazione. La prima ha portato al blocco di diversi account (1 su Facebook e 50 su Instagram) che, nonostante risultassero gestiti da cittadini americani intenti ad alimentare la discussione sulla prossima consultazione elettorale, in realtà erano riconducibili alla fabbrica russa dei troll nota come I.R.A (Internet Research Agency): tali account, che avevano pubblicato qualcosa come 75 mila post, finendo con l’essere seguiti da 246 mila persone, miravano – in particolar modo – ad alterare le prossime presidenziali USA mettendo in cattiva luce in candidato democratico Joe Biden.
In più, sono state stoppate, per violazione delle regole del social, tre campagne informative partite dall’Iran: una di esse gestiva una pagina che si faceva passare come connessa al movimento contro la violenza sugli afroamericani, una era originata da finti cittadini dell’America Latina, e un’ultima si rivolgeva ai paesi francofoni del nord Africa, cui destinava notizie su quel che accade in Yemen e tra Palestina ed Israele.
Per frenare la disinformazione, in vista delle prossime presidenziali, ma anche per proteggere il processo democratico di formazione delle opinioni, Facebook metterà in campo anche diverse iniziative preventive. Gli account dei candidati saranno tutelati dal programma Facebook Protect che, dopo averli blindati con l’autenticazione bifattoriale, cercherà di individuare quei casi in cui si tentino accessi da device non verificati o da inusuali coordinate geografiche.
I media e gli editori con rapporti governativi saranno soggetti ad una particolare etichettatura, che li accompagnerà anche negli annunci: anche i contenuti (le Storie su Instagram, le foto ed i video sul social) risultanti come falsi o parzialmente tali riceveranno una particolare etichetta, che aiuterà gli utenti a scegliere cosa leggere e condividere.
Il tutto con una conseguenza: le Pagine ed i gruppi Facebook sorpresi a condividere con frequenza contenuti falsi subiranno limitazioni nel monetizzare la pubblicità (e nel farla), oltre che minore visibilità nei post futuri e, parimenti su Instagram, in merito agli account che faranno lo stesso, i contenuti falsi o parzialmente tali saranno defalcati dalla ricerca per hashtag e da Esplora, e sarà più difficile trovare (grazie ad appositi filtri per gli hashtag ed Esplora) i loro contenuti successivi.
Infine, oltre a iniziative di alfabetizzazione mediatica (per un valore di 2 milioni di dollari), Facebook interverrà anche per garantire l’autenticità delle Pagine: ciò avverrà attraverso un processo di verifica (inizialmente sulle pagine con un ampio pubblico americano) che chiederà alle Pagine, che vogliono rimanere attive, di fornire maggiori informazioni, le quali ultime andranno a popolare un particolare quadro informativo (comprensivo di indirizzo e numero di telefono verificato, link al sito dell’organizzazione, nome legale della stessa) sul proprietario della Pagina