‘Hakuna matata‘, un motivo facile da imparare, capace di accompagnare gli spettatori anche fuori dalle sale cinematografiche dopo aver visto il film “Il Re Leone“. I tre protagonisti della canzone – Simba, Pumbaa e Timon – vanno a prestito della voce da Marco Mengoni, Edoardo Leo e Stefano Fresi.
La frase ‘Hakuna matata’ è un modo di dire swahili, usato soprattutto nei paesi dell’Est e del Sud Africa. In lingua italiana si potrebbe tradurre con “non ci sono problemi” o “stai tranquillo” o anche “senza pensieri“.
La proprietà di ‘Hakuna matata’
Qualche tempo fa “è stata lanciata una petizione online per spingere la Disney a rinunciare al suo marchio registrato sulla frase Hakuna matata“, si legge in repubblica.it. La frase infatti, nel 1994 è diventata il titolo di una canzone che nel film d’azione “Il Re Leone” ha avuto molto successo anche come colonna sonora. Allora la Disney registrò il marchio, ma in vista della versione live action del film d’animazione originale film, uscito in questi giorni, ‘Hakuna matata‘ è tornata far parlare di sè.
Shelton Mpala, attivista dello Zimbabwe, ha avviato una raccolta firme online, ne ha ottenute più di 50mila allo scopo di “attirare l’attenzione sull’appropriazione della cultura africana“, e allo stesso tempo per proteggere l’eredità, l’identità e la cultura del suo popolo “dallo sfruttamento a scopo economico da terze parti” scrive repubblica.it. Secondo Shelton Mpala la frase contiene una ricchezza culturale che va riconosciuta ai veri proprietari, mentre nel film viene depredata per arricchire altri.
Liz Lenjo, avvocato keniano non è d’accordo con l’attivista Shelton Mpala. Lenjo, che nel suo lavoro s’interessa proprio di proprietà intellettuale, ritiene che “la Disney non ha rubato nulla”, riferisce repubblica.it e per questo ritiene che tanta indignazione sia fuori luogo. Ciò che invece dovrebbe far pensare è il modo con cui i social media riescono a ingrandire il problema in maniera sproporzionata. Del resto il film non toglie nulla alla frase e chi conosce lo swahili può continuare a usarla senza problemi, ‘Hakuna matata’, appunto.