Il mondo del cinema dice addio a Giulio Brogi. L’attore si è spento ieri, nel tardo pomeriggio, all’Ospedale Sacro Cuore di Negrar, in provincia di Verona, all’età di 83 anni. Lo riferisce il quotidiano “L’Arena” di Verona, informato dalla sorella dell’attore, Fiorenza. Nato il 13 maggio del 1935 e vissuto quasi sempre a Roma, Brogi aveva scelto di vivere l’ultimo periodo della sua vita nella città natale: Verona, la città dell’amore.
Come le sorelle Fiorenza e Giulia si è sentito incline al mondo del teatro. La sua carriera è stata curata, all’inizio degli anni Sessanta, presso il Piccolo Teatro di Milano e gli Stabili di Genova, Trieste e Torino. Grazie al talento e alla formazione Giulio Brogi ha avuto la possibilità di mettere in scena personaggi classici sotto la guida di registi teatrali molto famosi, come Pietro Carriglio, Giorgio Strehler, Luigi Squarzina, Aldo Trionfo, Mario Missiroli, Franco Zeffirelli.
Il 1967 ha segnato il suo debutto sul grande schermo, con “I sovversivi”, dei Fratelli Paolo e Vittorio Taviani. Dopo questo ingresso ufficiale come attore nel cinema, importanti registi, tra i quali Liliana Cavani, Ermanno Olmi, Carlo Mazzacurati, Angelopulos e Paolo Sorrentino lo hanno voluto sui loro set cinematografici.
Tra i film più famosi cui ha partecipato ricordiamo “Il portaborse” di Luchetti, del 1990, “Il segreto del bosco vecchio” di Olmi, del 1993, “La lingua del Santo” di Mazzacurati, del 2000, fino a “La grande bellezza” di Sorrentino, del 2013. Brogi aveva conquistato il popolo amante della televisione negli anni 1971-1972, interpretando Enea nei sette episodi dedicati a “L’Eneide”.
Proprio la sera prima di morire, il 18 febbraio 2019, Brogi è andato in onda su Rai 1 accanto ad un grande protagonista della televisione italiana, ovvero il Commissario Montalbano, nell’ultimo episodio della nuova stagione, dal titolo “Un diario del ’43”, tratto come sempre da un racconto di Andrea Camilleri. Ad apprezzarlo, scrive il sito dell’Ansa, oltre 10 milioni di spettatori. La carriera di Brogi è stata riconosciuta nel 2009 con il premio Salvo Randone.