Sin dalla sua nascita, nel 2006, la piattaforma dei cinguettii nota come Twitter è mutata decisamente tanto, anche nelle fondamenta (es. i tweet portati a 280 caratteri). Altri cambiamenti potrebbero aggiungersi a breve, secondo il suo Ceo e fondatore, Jack Dorsey, al netto – però – della risoluzione di alcuni problemi, come quelli che hanno reso pubblici i post privati di milioni di utenti, per ben 4 anni.
Qualche giorno fa, Christopher Mims, editorialista del Wall Street Journal, ha postato un articolo secondo il quale tutte le applicazioni dovrebbero avere una modalità scura, per i vantaggi che questa comporta (minore stress sulla vista, specie di notte, maggior risparmio energetico, in particolar modo sui display AMOLED). Jack Dorsey, Ceo di Twitter, si è detto d’accordo, ma alcuni utenti – sagacemente – gli hanno fatto notare come Twitter, pur avendo introdotto la Dark Mode per tempo, in un trend che ora sta coinvolgendo un po’ tutte le grandi rivali, l’abbia mal implementata, virando più su un blu scuro che su un vero nero (con conseguente minor efficacia).
Ebbene, il boss del canarino azzurro ha prontamente risposto che, dell’argomento, ne sta parlando col responsabile della piattaforma, Kayvon Beykpour che, prossimamente, vi porrà rimedio, verosimilmente col varo di una modalità scura davvero nera che, secondo i primi commenti a tale dichiarazione, potrebbe già non incontrare l’incondizionato assenso di tutti (alcuni utenti chiedono che la nuova opzione sia attivata come aggiuntiva ed opzionale rispetto a quella attuale).
Nel frattempo, da qualche giorno, dal 19 Gennaio per la precisione, è stato sanato un gravissimo bug che affliggeva la variante Android di Twitter, a causa del quale sono stati resi pubblici i tweet teoricamente protetti dall’opzione “Proteggi i tuoi tweet“ che, in linea teorica, li avrebbe dovuti rendere accessibili ai soli follower selezionati.
Secondo quanto dichiarato dall’azienda, il problema sarebbe stato in corso dal 3 Novembre del 2014, ed avrebbe riguardato tutti coloro che, in questo range temporale, avevano cambiato le impostazioni dell’account, es. modificando la mail associata all’account personale. Gli iscritti coinvolti nella vulnerabilità, sanata dopo poco più di 4 anni, sono stati avvertiti con la promessa del responsabile per la privacy interna, Damien Kieran, che ulteriori aggiornamenti in merito sarebbero stati forniti in seguito.