Roberto Saviano non tira più. Devono essersene accorti anche gli autori del programma televisivo King of Crime, andato in onda mercoledì sera sul canale Nove. Forse speravano di fare il “botto” con l’autore di Gomorra come conduttore di un programma incentrato sulla mafia, invece si sono dovuti accontentare di una platea di appena 238.000 spettatori, con uno share dell’1%.
Saviano, nella terza puntata del programma, aveva intervistato Joe Pistone, entrato nella storia degli Stati Uniti per essere stato il primo uomo dell’Fbi a essersi infiltrato nelle fila della mafia italo-americana. Un’operazione che durò sei anni e che portò ad azzerare la cupola malavitosa che negli anni Settanta imperava a New York.
Saviano forse sperava che il lignaggio dell’interlocutore che aveva davanti attirasse la curiosità e l’interesse degli italiani. Così non è stato. E lo scrittore-eroe ha dovuto incassare una sonora sconfitta che se fosse accaduta alla Rai o a Mediaset avrebbe causato la sua defenestrazione, oltre che sancire il tramonto di un personaggio di sinistra sempre più inviso agli italiani.
Cosa che invece non è accaduta alla Nove, che continuerà ad affidarsi a Saviano anche per la prossima puntata, dove è previsto un incontro tra lo scrittore e i figli della giornalista Daphne Caruana Galizia, assassinata per aver condotto un’inchiesta sulla collusione tra mafia e politica a Malta. Anche se i risultati finora raggiunti non hanno giustificato né il tempo né il denaro spesi per assicurare visibilità all’emittente televisiva.
Il motivo di un simile flop potrebbe essere il fatto che Saviano da tempo non fa più presa sugli italiani. Le sue continue invettive contro Salvini e la sua dissennata difesa dell’immigrazione potrebbero essere la causa del fallimento della trasmissione. Di un programma che oltretutto parla di mafia in un Paese che di argomenti mafiosi ne ha fin sopra le cime de capelli.