“Il regista più importante di questa epoca” come è stato definito, ovvero David Lynch, decide di mettere da parte ogni indugio e di raccontarsi come non ha mai fatto in un libro scritto a quattro mani che è la sua autobiografia dal titolo “Lo spazio dei sogni“. Vediamo com’è nata l’idea e come è stata sviluppata.
“Ci sono un mucchio di stronzate su di me, sui libri e su internet. Ho deciso di mettere tutte le informazioni corrette in un posto solo”. E’ esattamente questo il motivo che ha spinto il regista a decidere di scrivere la sua autobiografia, a quattro mani insieme all’amica e regista Kristine McKenna, in un libro di 563 pagine edito da Mondadori.
Una biografia che sembra essere una sorta di dialogo tra i due. Man mano che McKenna scriveva, intervistando amici, collaboratori ed ex mogli, David Lynch rileggeva il capitolo e lo correggeva, nel caso ci fossero errori o imprecisioni, anche per quanto riguarda i nomi, e poi raccontava un episodio legato a quel particolare momento o persona che ha incontrato lungo il suo cammino.
Un libro che parte dall’infanzia del regista con i suoi ricordi di Boise, cittadina di provincia in cui sembrava che tutto fosse possibile e armonioso, dove si poteva scorrazzare in giro con la bicicletta e godere di ogni aspetto del paesaggio, tra cui le luci calde e accoglienti di alcune case. Un libro in cui sono presenti anche testimonianze di amici, collaboratori e attori che hanno avuto il piacere di lavorare con lui e l’opinione che essi hanno di Lynch come regista e come uomo.
Non è solo una autobiografia di parole, di fatti, di documenti, ma anche di immagini, con tantissime foto in bianco e nero, compresi i ritratti di famiglia, gli scatti dei vari set, compreso quello di “Twin Peaks“. Un’autobiografia che lo racconta nella sua verità, senza imprecisioni e senza nascondere nulla.