Solo un anno fa si era diffuso il gioco della Blue Whale, che ha rappresentato un problema per quanto riguarda la sicurezza dei ragazzi e degli adolescenti. Quest’anno si sta diffondendo un gioco ancora più crudo, chiamato Momo. Quest’ultimo è diventato una sfida virale che chiede alle persone di aggiungere un contatto sull’app WhatsApp e, successivamente, le incoraggia a commettere atti di autolesionismo o suicidio. Il “gioco” si è diffuso in alcuni paesi esteri.
Secondo quanto riportato da Fox News, la polizia in Messico afferma che “Momo” sia iniziato in un gruppo su Facebook, dove le persone sono state incoraggiate ad avere contatti con un numero di telefono sconosciuto.
Adolescenti in pericolo a causa di Momo
L’unità contro i reati web dello Stato messicano di Tabasco avverte che il gioco è una “nuova sfida” rivolta ai bambini e ai giovani. “Evita di parlare con estranei“, ha twittato di recente. Momo è raffigurato come una donna terrificante con gli occhi sporgenti e un sorriso inquietante.
Quando interagiscono con i bambini e gli adolescenti tramite WhatsApp, i malintenzionati minacciano di comparire di notte o di infliggere una maledizione agli utenti se non rispondono. L’immagine della donna è stata presa da un account Instagram che è diventato virale in pochissimo tempo. “Momo” invierà ai contatti delle immagini violente e avanzerà richieste e minacce se alcune azioni non verranno completate.
Alcuni utenti, addirittura, hanno visto pubblicare in rete i propri dati personali. Al momento, il gioco è partito dall’altra parte dell’Atlantico, per arrivare fino ai paesi europei, come la Francia e la Germania. Momo ha origini giapponesi, e l’immagine deriva dalla scultura della donna-uccello esposta nel 2016 in una galleria d’arte presso un quartiere di lusso a Tokyo.
Ovviamente, qui entra in gioco il ruolo dei genitori. Oggi, più che mai, è di vitale importanza controllare le attività social dei propri figli, soprattutto se minorenni.