Claudio Baglioni sa di avere gli occhi puntati addosso e di dover affrontare un esame duro e tosto. Il Festival di Sanremo è senza dubbio uno dei più appetibili palcoscenici che un artista possa calcare, ma è anche uno dei più pericolosi, pieno di insidie in fatto di audience, qualità e intrattenimento.
Quest’anno gli onori e gli oneri sono toccati a Claudio Baglioni che sembra essere sicuro e convinto di ciò che vuole offrire al pubblico italiano. Il suo sarà un Festival che punterà sulla qualità artistica, sull’eleganza tipica di tempi passati, che cercherà di riportare in auge la vera essenza del Festival di Sanremo.
Intenzioni nobili, ma non condivise da tutti. Proprio in queste ore sono stati resi noti i brani che prenderanno parte alla gara. L’accoglienza non è stata certo delle migliori, anzi sul Secolo XIX si può leggere una velata delusione derivante dal fatto che nelle canzoni partecipanti si nota una tensione, un voler emulare e arrivare ai livelli che pretende Baglioni, ma che non sempre si possono ottenere.
Gli unici brani a non essere condannati dalla critica sono quello di Ron “Almeno pensami” – l’inedito di Lucio Dalla – e “Il coraggio di ogni giorno” di Enzo Avitabile e Peppe Servillo – una canzone portavoce di una realtà dei giorni nostri – il resto dei brani ha avuto una tiepida accoglienza, che però non sembra preoccupare il direttore artistico.
Le parole di Claudio Baglioni
Claudio Baglioni ammette che: “Un po’ di rap ci sarebbe dovuto essere, ma forse il tempo a disposizione non mi è bastato a convincere i big del nostro hip hop, loro hanno lo stesso pregiudizio verso Sanremo che ebbe la generazione dei cantatutori. Peccato, avrei voluto convincerli che l’importantissima kermesse televisiva può diventare una Mostra della canzone“. Non si fa scoraggiare dall’accoglienza poco euforica, ma resta convinto sulle sue scelte e pur sentendo a tratti il peso dell’Auditel, come lui stesso ammette, continua, in modo ammirevole, a sostenere i suoi principi: “A costo di essere meno popolare, non sono d’accordo che tutto vada demandato al gusto del pubblico. E un direttore artistico deve pensare alla qualità”.