Nelle scorse ore, sia Twitter che Instagram si sono cimentate nell’introduzione definitiva o parziale di funzionalità che, a dire il vero, si sono dimostrate tutt’altro che efficaci o perfettamente affinate, destando non poche polemiche tra gli utenti delle rispettive piattaforme: ecco cos’è accaduto.
Twitter “allarga” anche i nomi
Twitter è da poco reduce dalla grande novità che l’ha portata a raddoppiare (a 280) i caratteri massimi a disposizione dei tweet ma, tuttavia, non è questo il pomo della discordia (benché alcuni iscritti alla piattaforma temano l’addio alla concretezza, e l’avvio di sproloqui nel NewsFeed del canarino azzurro). No: a destare qualche perplessità è stata la funzionalità introdotta, tanto lato Desktop quanto mobile, che ha esteso anche i caratteri a disposizione dei nomi che, ora, potranno esser composti sino a 50 caratteri.
Twitter, è bene ricordarlo, prevede l’esistenza di 2 nomi. Il primo, noto come “nome utente”, è quello più personale, e identifica l’utente nell’url del profilo, nell’accesso, e viene usato nelle risposte o nei messaggi diretti. Diversamente, il “nome” è quello che compare nel profilo e, in cima ai post, proprio accanto al nome utente.
Con la novità in questione, in effetti, sarà possibile sfruttare i #50caratteri per includere uno slogan, il nome completo della propria azienda, o un nome e cognome particolarmente lungo ed esteso. Tuttavia, e qui sta il problema, gli utenti della piattaforma hanno fatto osservare che, forse, sarebbe il caso di impegnarsi, anziché in novità accessorie, nella lotta ai troll o, se si tratta di nuove funzionalità, nella tanto attesa possibilità di rieditare i post già pubblicati.
Instagram testa il follow degli hashtag
Anche Instagram (sempre più alle prese con le Storie) si è cimentata con una novità che – pur imperfetta – è suscettibile di miglioramenti, in quanto varata solo in forma di test privato. In questo caso, alcuni utenti dell’app di photo sharing di Kevin Systrom hanno svelato su Twitter l’avvio di un test che sta permettendo loro di seguire gli hashtag, in modo che l’account non si popoli di persone seguite che non si conoscono neppure. In linea teorica, ciò sarebbe molto pratico ma, a conti fatti, no: #sunset (tramonto), in effetti, permette di seguire il flusso dei contributi (foto e video, in tema) provenienti da diversi utenti, senza la necessità di seguirne tutti gli autori ma, in questo caso, neanche tanto isolato, si tratta di un hashtag che raccoglie 152 milioni di post. Insomma, Instagram, che non ha voluto commentare l’indiscrezione ai colleghi di TNM, ora, dovrà andare a selezionare meglio i post raggruppati, dando la priorità a quelli più recenti o più di successo (come engagement).