E, alla fine, è accaduto sul serio. A fine Settembre, Jack Dorsey – fondatore e CEO di Twitter – aveva annunciato l’avvio di un esperimento che, tramite una sorta di tendina, avrebbe esteso il limite dei cinguettii da 140 a 280 caratteri e, dopo un mese circa di test, la novità è stata estesa, in forma stabile, a tutti.
A darne notizia è la stessa società di San Francisco che, in un post sul suo blog ufficiale, spiega i retroscena di quest’epocale cambiamento. In sostanza, nei piani alti del microblog, avevano notato che diversi utenti, in particolar modo di lingua inglese, giungevano spesso alla soglia dei 140 caratteri, ideata all’epoca degli SMS, e – frequentemente – erano costretti a rieditare i loro post, pur di rientrare nel range in questione. Col risultato che, quasi sempre, ci voleva più tempo per tweettare e, spesso, si desisteva. Per evitare ciò, e incentivare le condivisioni, si è sperimentato il nuovo limite dei 280 caratteri: all’inizio, con mille remore, dacché si temeva che tale opzione avrebbe trasformato la timeline in colonia per pochi utenti logorroici.
Invece, ci si è accorti che solo all’inizio del test in molti hanno superato il precedente limite di caratteri: man mano che si andava avanti, gli utenti tendevano a rientrare nel vecchio limite, e solo nel 5% dei casi si sono superati i 140 caratteri per tweet e, nel 2% del totale, si è andati oltre i 190 caratteri. Dunque, si è concluso che – tranne un picco iniziale – l’esperienza di fruizione del portale non cambierà e, nella TimeLine, ci si dovrebbe trovare più o meno lo stesso numero di cinguettii di prima.
E allora, perché tanta contentezza da parte del team di Dorsey? È presto detto: col nuovo limite dei 280 caratteri, inteso anche solo come opportunità a disposizione, si è constatato un miglioramento dell’engagement. In pratica, gli utenti che potevano beneficiare di quest’opportunità hanno avuto più like, condivisioni (retweet), menzioni (@mention), oltre a un incremento dei follower: con la conseguenza che un po’ tutti hanno passato più tempo sul portale del canarino azzurro. Che poi questo si traduca anche in un aumento d’utenza, da tempo ferma a 328 milioni di iscritti (contro i circa 2 miliardi di Facebook), è un altro paio di maniche…
In ogni caso, dichiarazioni ufficiali a parte, la novità che porterà a superare i 140 caratteri, per portare i post di Twitter sino a 280 caratteri massimi (non per gli utenti coreani, giapponesi, e cinesi, che già beneficiano dei vantaggi della loro scrittura), è ormai stata introdotta ufficialmente per tutti e, nelle prossime ore, sempre più account dovrebbero ricevere, progressivamente, cotal abilitazione.