Qualche mese fa, i riflettori mediatici si sono accesi su un’app social, Sarahah, che – grazie alla sua capacità di garantire l’anonimato – divenne in breve virale tra i teenagers di mezzo mondo, gli stessi che – a suo tempo – decretarono il successo di Snapchat. In tecnologia, si sa, la gloria è effimera, ed ora è salita alla ribalta una nuova app per teenagers, “Tbh“, ma senza i difetti della prima.
Sarahah è nata, mesi fa, con lo scopo originario di consentire ai dipendenti di esprimere liberamente la propria opinione, in merito ai rispettivi capi ed al clima aziendale, grazie all’anonimato. Purtroppo, col passare del tempo, è diventato un ricettacolo per i bulli online e, di recente, è anche venuta meno la sua millantata riservatezza, visto che si è scoperto che tale software – una volta installato sugli smartphone Android e iOS – carpiva e comunicava in remoto l’intera lista dei contatti (numeri e mail comprese) dell’utente. Si è detto, stando alle parole del suo creatore, Zain al-Abidin Tawfiq, che tale anomalo comportamento era finalizzato all’implementazione di una funzionalità futura: tant’è…
In questi giorni è salita alla ribalta una nuova app che, in poche settimane, si è imposta come una delle più popolari all’interno dell’App Store degli iPhone: si tratta di “To be honest” (a essere onesti), poi accorciata in “Tbh”, che al (parziale ma reale) anonimato abbina diverse cautele finalizzate a sgombrare il campo da bulli, ed hate speech.
Tbh, una volta installata in locale, chiede di interagire con i contatti e propone a questi ultimi, e solo a loro (senza concessioni verso gli estranei), dei quiz all’insegna dell’ottimismo e delle qualità positive, in cui si chiedono cose inoffensive: si può andare dal chi organizza i pic-nic più buoni, a chi fa le vacanze più avventurose, al contatto più romantico, etc. In genere vi sono pochi indizi che lasciano intuire al destinatario chi sia l’autore del sondaggio che lo riguarda (es. “una persona della tua stessa classe”) ma, venendo scelti più volte per dei quiz o dei sondaggi, si maturano delle monete virtuali che permettono di ampliare le possibilità operative dell’app, sbloccandone nuove funzionalità.
Ogni utente, infine, può limitarsi a riproporre quiz già presenti, creati da altri, o a realizzarne di propri: in questo caso, previste le domande, il tutto andrà inoltrato allo staff dell’app che, previa una valutazione (in funzione, appunto, anti odio ed anti bulli), lo validerà e metterà a disposizione della community.
Al momento, Tbh non è ancora presente globalmente ma, tuttavia, è in crescente ascesa. Lanciata ad Agosto dai Midnight Labs in alcuni App Store iOS americani, ha generato in breve (stando al “Times”) qualcosa come 150 milioni di quiz scambiati, ed è lecito attenderne, quindi, una diffusione anche in altre latitudini e, chissà, magari anche su piattaforma Android.