Quale miglior modo di ricordare un grande artista come Nino Manfredi, scomparso nel Giugno 2004, se non attraverso un film? Se poi a realizzarlo è suo figlio la storia diventa ancora più vera ed emozionante. Il film dal titolo “In arte Nino” racconta la sua vita nel ventennio dal 1939 al 1959 e, quindi, un periodo che nessuno conosce e che ben è stato rappresentato da Luca Manfredi, suo figlio, nonché regista televisivo e cinematografico il quale lo ritiene “Un modo per abbracciarlo e per dirgli che gli ho voluto bene“.
Saturnino, nome d’arte Nino, è interpretato dal poliedrico attore Elio Germano mentre sua moglie Erminia è Miriam Leone perciò due nomi che sono già una garanzia. La storia viene fatta iniziare nell’ospedale Forlanini di Roma dove Nino è stato ricoverato nel 1939 per tre anni e mezzo per combattere la tubercolosi, di cui fu l’unico del reparto a guarire.
Continua nel 1943 quando frequenta di nascosto da tutti l’Accademia d’Arte drammatica Silvio D’Amico invece della facoltà di Giurisprudenza scelta dal padre. Quindi si vedono i primi lavoretti per vivere fino all’incontro magico con la futura moglie l’indossatrice siciliana Erminia Ferrari, sua compagna di vita fino all’ultimo nel bene e nel male per oltre 50 anni. Lei era ed è una donna estremamente intelligente, che ha saputo assecondarlo e seguirlo anche nella sua carriera oltre che nella vita privata e lo porta ancora nel cuore.
Il film di 100 minuti è stato girato quasi completamente a Terni e dintorni sia per l’amore di Luca per questa terra sia perché le location si prestavano bene a rappresentare com’era Roma in quegli anni.
Ma Luca Manfredi non si ferma qui ed ha già nel cassetto altri progetti cinematografici e, nello specifico, due nuove biografie: quella musicale di Litte Tony e quella più intrigante e divertente di Alberto Sordi che presto proporrà alla Rai. Inoltre essendo un amante dei motori, sta leggendo il libro sulla vita del campione Libero Liberati e vediamo se diventerà un altro film.